di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il giornalista di lungo corso Giuliano Ferrara in qualche modo sembra aver colto il punto di una situazione ormai quasi paradossale, analizzando dal proprio punto di vista, in un recente intervento sul Foglio, un fenomeno presente ormai da qualche anno nel mondo politico e culturale di sinistra. Ovvero considerare quelli che una volta sarebbero stati percepiti come argomenti neutri, quasi scontati, di semplice buonsenso, minimo comune denominatore per ogni fascia sociale, ceto economico e orientamento politico, come pericolosi tabù oscurantisti da osteggiare con tutte le forze. Prima, dice Ferrara, è stata la volta di nazione e popolo, concetti abbandonati dalla sinistra, la prima derubricata a idea sciovinista, il secondo messo in secondo piano per preferire élite e cosiddette intellighenzie, potremmo aggiungere. Poi ci sarebbe da citare la sovranità, elemento costitutivo dello Stato, assieme a popolo e territorio, anche se di questo il giornalista non fa cenno, ma la citiamo volentieri, perché un tempo era una nozione patrimonio di tutti, ora invece si è trasformata nel famigerato “sovranismo”. Infine, riprende Ferrara, è la volta della famiglia con figli. Come sappiamo questa è un’istituzione antichissima, che fa parte della storia dell’umanità fin dai propri albori, in ogni parte del mondo, slegata anche da visioni religiose, la famiglia con figli come cellula della società, di cui del resto parla anche la nostra Costituzione, non certo scritta da estremisti di destra, che all’articolo 29 recita testualmente: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Ora, il governo Meloni ha deciso di affrontare il problema, gravissimo, della denatalità, che, se non risolto, porterebbe il nostro Paese, a detta di tecnici, statistici ed esperti, a dimezzare entro breve la propria popolazione, con importanti conseguenze anche, ad esempio, su conti pubblici e sistema pensionistico e sanitario. L’idea, quella di ridurre le tasse, anzi azzerarle, per le famiglie con due o più figli. Questa la proposta dirompente annunciata dal ministro Giorgetti, con un massiccio investimento sulla natalità, “un bonus famiglie modello 110% pensato per i genitori”. Ancora incerti i dettagli, ma se si trattasse di assegni tarati in base al reddito, sarebbe un aiuto letteralmente rivolto ai proletari, ovvero alle persone meno abbienti, ma ricche di prole. Idea che però non sembra piacere alla sinistra, che sembra più orientata, invece, sulla difesa della maternità surrogata e sul mito dei migranti che “ci pagheranno le pensioni”. Perché cercare di immaginare un futuro per gli italiani e non voler condannare il nostro popolo all’estinzione è diventata cosa discriminatoria se non razzista. E, allora, se il buonsenso è diventato tabù per la sinistra, forse al governo la destra resterà per parecchi anni.