Con la nuova programmazione, viene istituito il Sottocomitato diritti sociali

L’attenzione che si sta riponendo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza sta facendo passare quasi in sordina quella che è la normale attività legata alla gestione dei fondi europei. Il Pnrr, infatti, contiene in sé una parte straordinaria nei finanziamenti e negli obiettivi, resta in piedi tutta la componente legata alla programmazione comunitaria per così dire ordinaria. In questi giorni, sono partiti molti tavoli di confronto a coprire le singole azioni. In particolare, sono stati definiti tutti i passaggi che portano alla trasposizione del Sottocomitato risorse umane in Sottocomitato diritti sociali. Tale organismo, nel quale sono presenti i rappresentanti delle parti sociali, ad iniziare da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rappresenta per molti versi il fulcro stesso della messa a terra della programmazione europea, che ha una scansione settennale. È appena partita la programmazione 2021-2027, mentre è in fase di spesa e di rendicontazione la programmazione 2014-2020. Il Sottocomitato opera nell’ambito del Fondo sociale europeo, il fondo probabilmente più conosciuto anche dall’opinione pubblica per le ricadute che ha, ad esempio, sul lavoro e la formazione. Il Sottocomitato rappresenta, come evidenziato dalla stessa Commissione Ue e dalle Autorità nazionali, un momento di confronto decisivo per intercettare le esigenze del Paese, condividendo le esperienze e le buone pratiche.