Seconda tappa del giro d’Italia per illustrare il Rapporto 2022 sugli infortuni sul lavoro. Dalla Campania al Veneto, passando la dorsale adriatica, il sindacato torna ad incontrare i lavoratori e gli organi di comunicazione, con l’obiettivo di evidenziare i maggiori fattori di rischio legati al sesso, all’età, alla nazionalità, al settore produttivo e al territorio di residenza

Seconda tornata di appuntamenti per la presentazione dei dati del Report Ugl sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo Roma, Firenze, Bologna, Genova, Torino e Milano, è stata la volta di Avellino, Foggia, Campobasso, Trieste e Verona, con gli incontri in Puglia e Veneto che sono serviti anche per analizzare i numeri relativi alla Basilicata e alle province autonome di Trento e Bolzano. La prossima settimana sono in calendario Pescara, Ancona e Perugia, con conclusione in Calabria, Sicilia e Sardegna. Il 2022 ha segnato una ripresa del fenomeno infortunistico, dopo un paio di anni nei quali si era sentito l’effetto Covid-19. Si è tornati alle medie del periodo precedente, a dimostrazione di quanto la questione resti di stretta attualità. La particolarità del Rapporto elaborato dall’Ufficio sicurezza dell’Ugl risiede nel fatto che si è calcolata l’incidenza infortunistica per milioni di occupati, tenendo conto dei soli infortuni nei luoghi di lavoro ed escludendo dal conteggio gli infortuni in itinere. L’attenzione si è quindi concentrata su 790 infortuni mortali, con una valutazione che ha permesso di verificare la maggiore incidenza per sesso (più uomini che donne), per età (più a rischio gli anziani e i giovani), per nazionalità (più colpiti gli stranieri degli italiani), per settore produttivo (al primo posto le costruzioni) e per territorio. In assoluto, l’incidenza maggiore si è registrata in Valle d’Aosta, con la Campania al primo posto (sesto posto assoluto) fra le regioni più grandi, con almeno un milione e mezzo di addetti.