Meloni e il Patto con l’Europa

In un’intervista al quotidiano “Il Foglio”, firmata dal direttore Claudio Cerasa, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha delineato il suo manifesto programmatico, rilanciando la necessità di un nuovo patto con l’Europa mirato anche a cambiare l’Italia. Quattro le direttrici fondamentali: Pnrr ovvero cambiarlo «senza perdere soldi»; immigrazione ovvero «occhio (tutti, ndr) ai 900 mila in arrivo»; Mes ovvero se «con una nuova direzione, se ne può discutere»; Ucraina ovvero «pronta a sfidare il consenso per difenderla». Non solo, altri temi sono natalità, donne, fisco, giustizia e «un’idea, a sorpresa, per costruire un nuovo rapporto con l’opposizione, “per voltare pagina”». Sui migranti, l’Italia deve insistere per una nuova politica migratoria dell’Ue, rilanciando, anche con il supporto degli Usa, una azione per l’Africa. Non dal caso nasce, infatti, il “piano Mattei”. Il sostegno all’Ucraina è più che necessario perché la guerra «ha un impatto multidimensionale», partendo da crisi alimentare e delle materie prime fino ad arrivare ad un problema di confini, «materiali e ideali». Secondo Meloni, «il Patto di Stabilità, «se non sarà davvero “nuovo”, diventerà un altro problema e non la soluzione», «non sostengo che si debba rinunciare alla stabilità dei conti, anzi per noi è una priorità», ma deve puntare di più sulla crescita. Come? Essendo dinamico, flessibile, dando «la possibilità di liberare il potenziale di ogni nazione in un mercato unico europeo che, tra l’altro, non può sopravvivere agli attuali squilibri fiscali». Sull’uso delle risorse esistenti in Europa: deve esserci accordo su un nuovo Fondo di sviluppo, altrimenti si liberino gli altri fondi introducendo una regolamentazione non restrittiva, in piena coerenza con il nuovo Patto di Stabilità (e crescita), «nell’ambito del quale dovremmo ragionare di escludere alcuni investimenti, quelli per la transizione ecologica e digitale ma anche quelli per la difesa, dal computo del debito».