«Ci sono sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano, bisogna puntare sul lavoro femminile, una grande riserva inutilizzata»

«Per troppi anni non ci sono stati investimenti sulla natalità». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo a margine della visita al Salone del Mobile – «Una vetrina dell’eccellenza italiana nel mondo», secondo il premier – di Milano.
«In Italia abbiamo un problema di tenuta del sistema economico e sociale, non abbiamo investito sulla natalità», ha aggiunto Meloni, evidenziando un problema con il quale dobbiamo fare i conti. Quello relativo al calo della popolazione italiana (un tema affrontato anche nell’editoriale odierno).
Nel nostro Paese «ci sono sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano, questo problema si risolve in vari modi», ha proseguito il premier, indicando anche la soluzione: «Il modo su cui lavora il governo non è solo quello dei migranti», tra i temi in cima all’agenda governativa – oggi il decreto Cutro, varato dopo la tragedia costata la vita a circa 100 migranti a fine febbraio, è approdato nell’aula del Senato –, «ma anche quello della grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile. Portandolo alla media europea e puntando sulla demografia, con l’incentivazione da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli».
Ieri da Varsavia, dove ha incontrato il presidente polacco, Andrzej Duda, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha invitato l’Unione europea a rivedere le norme che regolano l’accoglienza dei migranti. Quelle attuali, ha osservato il presidente della Repubblica, sono «vecchie regole ormai della preistoria», chiedendo «una nuova politica di immigrazione e asilo» per risolvere «un problema così epocale» che «nessuno Stato da solo può affrontare».
Secondo Meloni, quello di Mattarella «è un richiamo che tutti comprendiamo dopodiché bisogna conciliare il tema dell’Europa con la difesa degli interessi nazionali e mi pare che, con l’attuale governo, l’Italia lo sta cercando di fare nel migliore dei modi. bisogna cercare delle sinergie perché rafforzare l’interesse nazionale italiano significa anche rafforzare un quadro di autonomia strategica europea». Un aggiornamento sul decreto Cutro: la Commissione Affari costituzionali di palazzo Madama ha terminato i lavori sul testo senza il mandato del relatore. Complice l’ostruzionismo dei partiti di opposizione, che ha bloccato l’esame degli emendamenti, i gruppi parlamentari dovranno presentare in Aula le loro proposte di modifiche (anche l’esecutivo presenterà i suoi emendamenti).