Il decreto Cutro è atteso domani in Senato. Dalla Polonia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede all’Ue di superare «vecchie regole che sono ormai della preistoria»

«Sui migranti la maggioranza è coesa». Così il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, alla vigilia dell’approdo in Senato del decreto Cutro, annunciato dal governo dopo il naufragio costato la vita a quasi cento persone al largo di Cutro, in Calabria, a febbraio (oggi gli emendamenti al testo sono stati votati dalla Commissione affari costituzionali di palazzo Madama). Tra i provvedimenti previsti c’è l’abolizione della protezione speciale, uno dei tre tipi di protezione che il nostro Paese riconosce alle persone perseguitate: «I numeri dicono che la protezione inventata dal governo giallorosso non funziona», ha osservato Salvini. «Sono convinto che i lavori parlamentari riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali», ha detto ad un convegno organizzato dal sindacato di polizia Coisp il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha difeso anche la decisione di dichiarare lo stato d’emergenza, contestata da alcuni governatori di centrosinistra. «Si è fatto ricorso allo stato di emergenza anche per i profughi ucraini per avere strumenti di gestione del fenomeno adeguati al forte impatto degli arrivi concentrati di persone. Se in un fine settimana ne arrivano 6mila sfido chiunque con strumenti ordinari a trovare un’adeguata sistemazione», ha osservato il titolare del Viminale.
Il dossier migranti è stato anche al centro dei viaggi internazionali del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Etiopia – il Paese è uno snodo per i flussi che attraversano le frontiere orientali verso il Sudan fino alla Libia – e del capo dello Stato, Sergio Mattarella, in Polonia. Il presidente della Repubblica ha invitato l’Unione europea a superare «vecchie regole che sono ormai della preistoria».
I fenomeni migratori richiedono che il tema «venga affrontato come un problema dell’Unione: nessuno Stato da solo può affrontare un problema così epocale ma l’Ue può farlo con un’azione coordinata e ben organizzata e questo è un tema che richiama la sua responsabilità e richiama una nuova politica di immigrazione e asilo», ha ricordato Mattarella, dopo il colloquio il presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda.