Trattamento economico minimo. Il salario base è individuato con un decreto interministeriale, sentite anche le parti sociali

Già nella passata legislatura, la deputata del Partito democratico Debora Serracchiani aveva presentato una proposta di legge per l’istituzione del salario minimo legale su base oraria. La nuova è, per molti versi, influenzata dalla passata esperienza. La proposta di legge Serracchiani, in un solo articolo, prevede che il datore di lavoro, al fine di dare attuazione alla previsione contenuta all’articolo 36 della Costituzione, corrisponda al proprio dipendente una retribuzione determinata applicando i contratti collettivi nazionali stipulati dai sindacati e dalle associazioni datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Il trattamento economico complessivo si applica a tutti i lavoratori del settore, ovunque impiegati nel territorio nazionale. Nei settori non coperti dalla contrattazione collettiva, il salario minimo, quale trattamento economico minimo che il datore di lavoro è tenuto a corrispondere, è definito annualmente con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i titolari dei dicasteri dell’economia, dello sviluppo economico e delle politiche agricole, previa intesa in sede di conferenza permanente, sentito il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e le parti sociali; si tiene conto dei livelli retributivi nei settori affini. In caso di violazione da parte del datore di lavoro, si applica una sanzione minima da 1.000 a 10mila euro per ciascun lavoratore più il risarcimento del danno economico determinato al lavoratore.