di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Ugl e Cisl rivendicano con forza la centralità delle parti sociali sulla materia. La minoranza parlamentare prova a compattarsi sul salario minimo legale, ma il governo conferma la volontà di sostenere la contrattazione collettiva, anche attraverso la riduzione del costo del lavoro. Prova ne è il taglio del cuneo fiscale sui redditi medio-bassi, anticipato con il Def

Con una audizione presso la Commissione lavoro della Camera dei deputati, si è tornato a parlare di salario minimo legale, anche in questa legislatura. Le proposte di legge, sulle quali si sono pronunciati i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sono cinque, tutte della minoranza parlamentare. Tre di queste, compresa quella dell’ex ministro Andrea Orlando, sono riconducibili al Partito democratico, mentre le altre due hanno come primi firmatari il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, e l’ex presidente del Consiglio dei ministri, oggi numero uno del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte. Il governo, però, ha già fatto sapere che una legge non è all’ordine del giorno, in quanto il tema della fissazione della retribuzione è una questione tipicamente contrattuale, demandata alle parti sociali, e che il contrasto al lavoro povero passa da altri strumenti, compresi il taglio del cuneo fiscale (tema che ritroviamo nel Documento di economia e finanza) e la riforma dell’Irpef, con l’introduzione della flat tax sui redditi incrementali anche per il lavoro dipendente. Davanti ai componenti della Commissione lavoro, la nostra Organizzazione sindacale ha ribadito la propria contrarietà ad una norma di legge; la stessa posizione è stata espressa pure dalla Cisl, mentre la Cgil e la Uil hanno aperto alla fissazione di una soglia, senza indicare quale. Nella passata legislatura, è opportuno ricordare che pure le altre due sigle avevano espresso la loro contrarietà ad un intervento del legislatore, visto come una sorta di invasione di campo. La nostra Organizzazione, piuttosto, ha ribadito, per l’ennesima volta, la necessità di dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione, sulla partecipazione dei lavoratori.