Mina russa esplosa nella centrale nucleare di Zaporizhzhia

Negoziati per mettere fine al conflitto in Ucraina nel 2023? Improbabili. Almeno a prendere per buoni alcuni passaggi dei documenti segreti statunitensi diffusi online in questi giorni, citati dal Washington Post. Stando alle indiscrezioni, infatti, la convinzione della Dia (Department of Defense Intelligence Agency) è che la guerra possa proseguire ancora nel 2024. Uno scenario che tutto sommato potrebbe addirittura non apparire, ad ora, così tanto inverosimile al netto dello sforzo della comunità internazionale per una soluzione diplomatica. Le recenti dichiarazioni di Mosca fanno presagire che le operazioni militari continueranno a lungo, mentre oggi il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, parlando ad una conferenza sulla sicurezza del Mar Nero che si tiene a Bucarest, ha ribadito che per raggiungere la «pace vera» sarà necessario ripristrinare i confini originali del paese. «Non c’è differenza tra Simferopol, Donetsk o Luhansk, fanno tutte parte dell’Ucraina, devono tornare a casa», ha affermato Kuleba. I pericoli sul terreno rimangono costanti. Oggi, ad esempio, l’operatore statale ucraino Energoatom ha riferito che una mina russa è esplosa vicino alla sala generatori della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Infine, mentre Mosca è tornata ad accusare i servizi segreti ucraini per l’omicidio del blogger Vladlen Tatarsky, il tribunale arbitrale presso la Corte permanente di arbitrato dell’Aia ha ordinato alla Russia di pagare cinque miliardi di dollari alla compagnia ucraina Naftogaz a titolo di risarcimento per le perdite in Crimea a partire dal 2014. Ad annunciarlo è stato il capo di Naftogaz, Alexei Chernyshev, come riportato dai media ucraini.