Macron, al ritorno dalla Cina, costretto a correggersi da solo. Da Ue che può diventare «terza superpotenza», alla meno minacciosa «sovranità economica». L’Europa ha davvero «smesso di essere ingenua?»

Non facciamo gli ingenui. Povero dei successi in patria – scioperi contro la riforma delle pensioni che si avviano verso le 30 giornate – Emmanuel Macron si è recato in Cina con Ursula von der Leyen. Peccato che l’intervista rilasciata al suo ritorno abbia scatenato problemi sia con gli Usa sia con l’Ue. Secondo il presidente della Repubblica francese, «il rischio maggiore» per l’Europa è quello di ritrovarsi «coinvolta in crisi che non le appartengono (ad esempio Cina e Taiwan, ndr), ostacolando così la costruzione di una sua propria autonomia strategica». Quest’ultima consentirebbe all’Europa di diventare, addirittura, la «terza superpotenza». «Noi non siamo vassalli a nessuno». Ciò detto, mentre è in corso una guerra di riposizionamento tra Occidente e Oriente. Le reazioni di Bruxelles? «Su Taiwan continuiamo a chiedere pace e stabilità e siamo contro ogni cambiamento dello status quo per mezzo della forza. Un commento della presidente von der Leyen sull’intervista di Macron? La presidente non ha l’abitudine di commentare le interviste». Ursula von der Leyen che da questo strano viaggio è uscita alquanto oscurata e appannata. Le parole di Macron sono state mal interpretate, secondo alcuni. Come mai allora, a parte la difesa (d’ufficio) del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, oggi Macron su Twitter ha dovuto precisare: «La sovranità economica della nostra Europa. Questo è il nostro obiettivo. Per realizzarlo, l’Europa ha smesso di essere ingenua. Ora può difendere i suoi interessi, i suoi valori e la sua indipendenza»? «Un’Europa che difende i propri interessi e i propri valori, mantiene il controllo del proprio destino, crea posti di lavoro, completa con successo la transizione climatica, questo è ciò che stiamo costruendo». «Promuovere la politica industriale europea significa proteggere meglio le nostre imprese. Questo è il fulcro della nostra strategia per combattere le distorsioni della concorrenza, ridurre le nostre dipendenze strategiche e proteggere la nostra proprietà intellettuale». Un messaggio a nome di tutti i Paesi europei? Non proprio, perché Mateusz Morawiecki, ha annunciato che la sua presidenza di turno dell’Ue (nel 2025) avrà come priorità «l’alleanza con gli Stati Uniti». Che «è il fondamento della nostra sicurezza». Adieu.