Anche Cgil, Cisl, Uil e Confindustria si allineano alla richiesta avanzata dalla Ugl

Insieme al Documento di economia e finanza, il governo è atteso da un’altra importante partita, quella che dovrebbe portare alla rivisitazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza con la commissione europea. Già da qualche settimana, è infatti in corso una interlocuzione con Bruxelles per mettere a punto i correttivi necessari alla luce delle mutate condizioni generali, dopo oltre un anno di guerra fra Russia e Ucraina. In gioco vi è soprattutto la gestione dei tempi: l’obiettivo iniziale di concludere tutto entro la fine del 2025 e i primi mesi del 2026 appare oggi molto complesso da raggiungere. Parallelamente, la commissione europea e i governi nazionali stanno discutendo anche le modifiche da apportare alle regole del patto di stabilità e alla disciplina sugli aiuti di Stato. In questo senso, è da tempo che la Ugl chiede di tenere fuori dalla disciplina degli Aiuti di Stato gli investimenti nella formazione e riqualificazione del personale dipendente. Ciò per accompagnare la transizione digitale e ambientale in corso e anche per rafforzare gli aspetti legati alla salute e alla sicurezza sul lavoro, mettendo i lavoratori e le lavoratrici al centro, ma anche per permettere alle imprese di accedere ad altre forme di incentivo. Questa richiesta arriva ora anche da Fondimpresa, l’ente paritetico di Cgil, Cisl e Uil con Confindustria, a conferma di come il tema sia sentito.