Differenze di genere. Il fattore età incide in maniera significativa: più colpiti i giovani e i lavoratori anziani

La base di calcolo ai fini del Rapporto elaborato dall’Ufficio Sicurezza dell’Ugl è data dagli infortuni mortali nei luoghi di lavoro, con esclusione, quindi, degli accadimenti in itinere. Nel 2022, gli infortuni mortali, così considerati, sono stati 790, di cui 730 (92,4%) uomini e 60 (7,6%) donne. L’incidenza degli infortuni mortali per milioni di occupati per gli uomini è di 56,4, mentre per le donne è di 6,3 punti. Rispetto alla nazionalità, in 640 casi si è trattato di cittadini italiani (81% del totale), mentre in 150 casi di cittadini con nazionalità straniera (19%). L’incidenza, in questo caso, si ribalta, in quanto è di 31,5 per gli italiani e di 66,5 per i cittadini stranieri. Guardando al settore economico, a fronte di 257 casi nei quali non è determinato il comparto, sono tre i settori con almeno 100 infortuni mortali: costruzioni (131 casi, pari al 16,6% del totale), trasporto e magazzinaggio (117 casi pari al 14,8% del totale) e attività manufatturiere (100 casi, pari al 12,7%). Con riferimento all’età della persona vittima di infortunio mortale, l’incidenza più alta è quella riferibile alla fascia di età uguale o superiore a 65 anni (93,6), seguono le fasce di età 55-64 anni (66), 45-54 anni (30,8) e 15-24 anni (25,7). In termini percentuali, gli infortuni si verificano principalmente nella fascia di età fra 55 e 64 anni (38,4%), 45-54 anni (26,8%) e 35-44 anni (14,4%). Sono appena il 3,3% del totale gli infortuni mortali, escluso itinere, nella fascia di età compresa fra 15 e 24 anni.