di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Serve una grande mobilitazione collettiva di tutti gli attori istituzionali e sociali. Gli infortuni sul lavoro continuano ad essere troppi per un Paese come il nostro, che pure può vantare norme all’avanguardia. L’Italia, però, è fortemente carente per quanto attiene alla formazione e, soprattutto, all’addestramento che dovrebbe partire già dalle scuole superiori

Le misure finora adottate non hanno contribuito a ridurre l’impatto umano e sociale derivante dagli incidenti sul lavoro, come emerge chiaramente dal Rapporto 2022, redatto dall’Ufficio Safety della Ugl. Siccome non sono accettabili i numeri sugli infortuni e le malattie professionale, nell’immediato chiediamo di investire nella formazione dei lavoratori, dei datori di lavoro e delle altre figure professionali, anche con l’obiettivo di superare la logica formale e documentale che, troppo spesso, ha privilegiato gli aspetti burocratici invece di quelli pratici. La formazione andrebbe, altresì, estesa a tutti i livelli, partendo dalla scuola. Inoltre, si può pensare di istituire una Procura nazionale per il perseguimento dei reati connessi al mancato rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Contemporaneamente, serve potenziare la dotazione di personale ispettivo e rendere immediatamente accessibili tutte le banche dati, sia per finalità di controllo sia per permettere di studiare meglio il fenomeno degli infortuni. Serve inoltre una forte mobilitazione sul territorio. Occorre un deciso impegno delle Regioni per quanto di loro competenza, ad iniziare da un rafforzamento dei controlli a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali, fondamentali per intercettare il lavoro sommerso nel commercio, nell’edilizia e nell’agricoltura. Sempre le Regioni sono decisive sul versante della formazione, sia iniziale che nel corso della vita professionale dei lavoratori e delle lavoratrici. È altresì fondamentale rendere strutturali, stabili e costanti i momenti di confronto con i sindacati e le associazioni datoriali