di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Sarà forse l’imminenza delle elezioni in Spagna e la possibile vittoria della destra anche nel Paese iberico, dopo quelle appena avvenute in altri Stati europei, ad aver contribuito alla nuova armonia fra Sanchez e Meloni, fatto sta, però, che c’è bisogno di un coordinamento tra i Paesi dell’Europa mediterranea, costantemente messi alla prova da ondate migratorie irregolari sempre più complesse da gestire, indipendentemente dal colore dei governi in carica. E allora, in vista del semestre di presidenza Ue a guida spagnola, che inizierà dal prossimo luglio, il Premier socialdemocratico spagnolo ieri si è incontrato con la nostra Presidente del Consiglio, leader di una coalizione di destra, con l’intenzione di «avere le migliori relazioni con il governo italiano» e mostrando una sintonia tale da provocare stupore sia in Italia che in Spagna. Tanti gli argomenti al centro dell’incontro, dall’attuazione del Next Generation Eu, tema sul quale le visioni sono più lontane e che sarebbe stato solo accennato nel corso del bilaterale, alle questioni economica, energetica e della guerra in Ucraina, sulle quali ci sono moltissimi punti in comune. Non ci si aspettava, però, un pieno accordo sulla materia delle migrazioni, dove, solitamente, sono più marcate le differenze fra destra e sinistra. E, invece, il leader spagnolo ha dichiarato che i due Paesi sono allineati nella volontà di dar vita a un patto su immigrazione e asilo che renda più partecipe l’Unione nella difesa dei confini e nei rimpatri, e che – anche se i tempi si prospettano lunghi – comunque «è stato fatto un passo avanti importante: è stato riconosciuto che l’immigrazione clandestina è un problema europeo che richiede una risposta europea». Così Sanchez, che, ha affermato che «si deve parlare meno di dimensione interna e più di di dimensione esterna, dobbiamo parlare della cooperazione e collaborazione con i Paesi di origine e transito, questa è l’impostazione di Italia e Spagna», usando parole piuttosto simili a quelle che in Italia siamo abituati ad ascoltare solo dagli esponenti politici di destra. Chissà se questa visione pragmatica e realista di un Capo di governo di sinistra, uno dei pochi rimasti nella Ue, farà comprendere ai progressisti nostrani che difendere le frontiere, combattere l’illegalità e la tratta di esseri umani e non accettare lo status quo di un Mediterraneo sotto scacco degli scafisti non significa essere contrari all’immigrazione in quanto tale, tanto meno avere idee xenofobe, ma semplicemente e doverosamente voler far rispettare le leggi, a tutela dei cittadini europei come degli stessi migranti. Ma, soprattutto, l’auspicio è che questa intesa raggiunta dall’Italia anche con la Spagna, oltre che con altri Stati membri, determini un concreto, rapido ed efficace cambiamento nelle politiche migratorie dell’Unione.