Il Cremlino: «Non si parla di sospetti, colto in flagrante»

Un nuovo elemento potrebbe accrescere le tensioni tra Stati Uniti e Russia nell’ambito della guerra in Ucraina. Un giornalista americano del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, è stato fermato a Ekaterinburg e portato, nelle ore successive, al tribunale di Lefortovo che ha confermato l’arresto. Il 32enne Gershkovich, regolarmente accreditato presso il ministero degli Esteri, è accusato di spionaggio. In un comunicato l’Fsb afferma che il giornalista, «agendo su istruzione della parte americana, raccoglieva informazioni coperte dal segreto di Stato sull’attività di una delle imprese del complesso industriale militare russo». Il Wall Street Journal, che si è detto «profondamente preoccupato» per la detenzione in Russia del suo giornalista, ha negato «con forza le accuse dell’Fsb» e ha chiesto «l’immediato rilascio del nostro fidato e scrupoloso reporter». «Non si parla di sospetti, è stato colto in flagrante», è stato invece il commento del Cremlino attraverso il portavoce Dmitri Peskov, citato dalle agenzie russe. Quest’ultimo ha poi auspicato che gli Stati Uniti non compiano atti di rappresaglia per l’arresto del giornalista. Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, è intervenuta sul caso via Telegram, sostenendo che quello di cui il reporter americano si occupava a Ekaterinburg «non ha nulla a che fare con il giornalismo». «Purtroppo – ha aggiunto la portavoce – non è la prima volta che lo status di corrispondente straniero, il visto giornalistico e l’accreditamento vengono utilizzati da stranieri nel nostro paese per coprire attività che non sono giornalismo. Questo non è il primo noto occidentale ad essere “pizzicato”».