Il governo ha anticipato a Cgil, Cisl, Uil e Ugl i contenuti principali della legge delega. Siamo davanti ad una riforma organica attesa da troppo tempo. Il peso eccessivo della tassazione ha impedito al nostro Paese e alla nostra economia di crescere, come, viceversa, sarebbe stato possibile, con reciproci vantaggi per i lavoratori dipendenti e per le stesse attività produttive

La legge delega in materia di fisco, che il governo ha presentato a Cgil, Cisl, Uil e Ugl e poi alle altre parti sociali, riprende alcune priorità già indicate dal sindacato, in un’ottica di riduzione della pressione fiscale. Il rafforzamento del potere d’acquisto dei redditi da lavoro dipendente e da pensione passa da una riforma fiscale equa, semplice, che tenga conto dei carichi familiari e che riduca l’evasione e l’elusione. La semplificazione dell’Irpef è sicuramente un obiettivo cui tendere, per permettere ai cittadini di avere un maggiore reddito disponibile. L’ipotesi di passare a tre aliquote ed altrettanti scaglioni è quindi condivisibile.
Inoltre, l’introduzione della flat tax anche per i redditi da lavoro dipendente è una ipotesi apprezzabile, in quanto permette di avere un maggiore reddito a disposizione. Molto apprezzato anche l’allineamento fra la no tax area da lavoro dipendente e da pensioni; soltanto in questo modo, infatti, è possibile assicurare il potere d’acquisto delle pensioni, poiché l’attuale meccanismo di rivalutazione è parziale. Guardando alle detrazioni, è possibile una loro revisione, anche in un’ottica di migliore leggibilità del sistema. Di certo, però, vanno rafforzate le detrazioni legate ai carichi familiari, al welfare aziendale e ai cosiddetti fringe benefits e alla casa di abitazione, che rappresenta da sempre il bene rifugio per le famiglie e sulla quale non è ipotizzabile un incremento della tassazione. Soprattutto, è fondamentale che la riforma sia a sostegno dell’occupazione stabile. È necessario infine rivedere tutto il sistema della tassazione indiretta, con la revisione del paniere dei beni di prima necessità e con la riorganizzazione e riduzione delle accise.