«Con Russia sincera amicizia tra gentiluomini»

«Gli Stati Uniti non solo gettano benzina sul fuoco, ma ostacolano anche gli sforzi di altri paesi per promuovere i colloqui di pace. Che intenzioni hanno?». La guerra in Ucraina ha assunto contorni che vanno al di là delle azioni compiute sul terreno o sui continui attacchi russi che provengono dall’alto. Non è una novità di questi giorni, ma le tensioni che coinvolgono altri attori fondamentali dello scacchiere internazionale – Stati Uniti e Cina su tutti – sembrano aver registrato un aumento a causa della visita di Xi Jinping a Mosca. È in quest’ottica, allora, che si collocano le parole della portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning. La Cina, è la posizione di Pechino, afferma che le relazioni con la Russia «si fondano sul non allineamento, sul non confronto e sul non prendere di mira terze parti. Questa – ha proseguito la portavoce del ministero degli Esteri – è una sincera amicizia tra gentiluomini, in netto contrasto con l’egemonia e il bullismo degli Stati Uniti e il mosaico di circoli chiusi, esclusivi, egoisti e ristretti». Accuse a Washington sono giunte oggi anche dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: «Gli Stati Uniti continuano a interferire direttamente e indirettamente negli affari interni di vari paesi, compresa la Bielorussia». Quanto al conflitto vero e proprio a parlare è stato di nuovo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca, Dmitri Medvedev, il quale, citato dalle agenzie, ha sostenuto che un tentativo ucraino di riprendere la Crimea sarebbe motivo sufficiente per la Russia per usare «qualunque arma». In ogni caso, ha anche precisato, la Russia non vuole un confronto diretto con la Nato e vuole risolvere la guerra in Ucraina «pacificamente attraverso i negoziati». Parole già cadute nel vuoto e che tanto a Kiev quanto a Washington ascoltano con sospetto.