Jerome Powell: «Non sono previsti tagli nel 2023»

All’indomani del mini rialzo della Federal Reserve del costo del denaro, le principali piazze finanziarie europee hanno mostrato una sorta di stallo, riportando variazioni percentuali minime. La banca centrale statunitense, infatti, ha alzato i tassi d’interesse di soli 25 punti base, portandoli al 4,75%-5%: il livello più alto dal 2007. Nel corso del suo intervento, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha spiegato che l’inflazione «è ancora troppo elevata» e che la strada per riportarla al 2% «è lunga e accidentata», per questo, secondo Powell, nel corso del 2023 i tassi potrebbero arrivare ad una media del 5,1%, o superiore se necessario., mentre per il momento non è previsto «alcun taglio dei tassi di interesse quest’anno». Nel frattempo la Federal Reserve ha limato leggermente le stime di crescita dell’economia americana, portandole al +0,4% per il 2023 e al +1,2% per l’anno a seguire. Il tasso di disoccupazione, invece, è previsto attestarsi al 4,5% alla fine di quest’anno. Per quanto riguarda il sistema bancario, il governatore della Federal Reserve ha assicurato che quello statunitense «è solido e resiliente. I recenti sviluppi porteranno probabilmente a condizioni creditizie più dure per famiglie e imprese e peseranno sulle attività economiche, sulle assunzioni e sull’inflazione». «L’estensione di questi effetti – ha aggiunto – è incerta e rimaniamo attenti ai rischi inflativi». Garantendo che i risparmi degli americani «sono al sicuro», Powell ha poi sottolineato che «i problemi isolati di alcune banche possono minare la fiducia e diventare una minaccia per il sistema, senza un intervento. Per questo siamo intervenuti».