Il premier alla Camera, in vista del Consiglio europeo: «Il nostro governo è quello che in rapporto agli sbarchi sono riusciti potenzialmente a salvare più persone

Migranti, Mes, Energia, Superbonus, la guerra in Ucraina. Diversi sono i temi affrontati dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che tra ieri e oggi è intervenuto prima al Senato e poi alla Camera in vista del Consiglio europeo, in programma tra domani e dopodomani (a Bruxelles si discuterà prevalentemente dell’invio di nuovi aiuti militari a Kiev, ma anche di migranti, un dossier tornato ad essere centrale nell’agenda europea, dopo le pressioni del governo italiano). «Sappiamo che il rischio che qualcosa vada storto è insito nelle partenze in sé e infatti è accaduto con tutti i governi. Sono andata a guardare quale era la percentuale di quanti non si è riusciti a salvare rispetto alle partenze e i dati di questo governo sono i più bassi», ha detto Meloni ai deputati presenti, che poi hanno votato e approvato la risoluzione di maggioranza (approvata anche una parte della risoluzione presentata dal Terzo Polo mentre sono stati bocciati tutti gli altri testi presentati dai partiti di opposizione). «Noi siamo quelli che in rapporto agli sbarchi sono riusciti potenzialmente a salvare più persone. I dati smontano una certa propaganda», ha chiarito il premier. Sulla guerra in Ucraina, scatenata dall’invasione russa oltre un anno fa, il presidente del Consiglio ha ribadito la linea governativa, ereditata dal precedente esecutivo, che prevede il sostegno agli invasi: «Non si può dire al governo di fermare l’invio di armi all’Ucraina: è necessario dire a Vladimir Putin di fermarsi. Se noi ci fermiamo consentiamo l’invasione dell’Ucraina e non sono così ipocrita da scambiare la parola invasione con quella pace. Pensate davvero che a qualcuno piaccia la guerra? La situazione è molto più complessa di come la fa una certa propaganda». Secondo Meloni, «quando si invoca un certo tipo di pace in Ucraina, quello che si sta facendo è propaganda su una nazione sovrana come l’Ucraina, un popolo libero e il diritto internazionale». Sul Mes – «Non sono mai dei totem, si valutano di fronte alla loro utilità» – e sul Superbonus, misura strenuamente difesa dal Movimento 5 stelle: «Dite che noi siamo “il governo dell’austerità” anche se io sono molto distante dall’austerità, ma se questo significa mettere delle pezze a un provvedimento che ha creato un buco da 40 miliardi per non efficientare davvero gli edifici e ristrutturare per lo più seconde case, creando un debito di 2.000 euro a persona anche a chi non ha una casa solo per aiutare le banche a lucrarci sopra, allora si, io sono a favore dell’austerità».