Credit Suisse, con Ubs evitato il peggio. Kellenher (Ubs): «Non si tratta di un problema di solvibilità, ma di una crisi di fiducia»

Calma, niente panico, dicono dalla stessa Svizzera all’Italia, passando per la Ue. Il salvataggio di Credit Suisse da parte della (ex) concorrente Ubs, annunciato ieri, non è stato sufficiente, stamattina, ad evitare andamenti dei mercati preoccupanti: iniziale seduta in rosso per le Borse asiatiche, con Tokyo che ha perso l’1,54%, Sydney l’1,38 e Seul lo 0,69%. Pesante anche Hong Kong, che ha ceduto il 3,2%, mentre Shenzhen e Shanghai hanno contenuto i ribassi allo 0,4%. In calo i future sull’Europa e sugli Stati Uniti con quello sull’Euro Stoxx 50. Poi le Borse europee hanno tentato il rimbalzo e prima di mezzogiorno hanno virato in positivo, grazie alla rassicurante dichiarazione congiunta di Bce, Meccanismo europeo di risoluzione bancaria (Srb) e Autorità bancaria europea (Eba). Un salvataggio, quello di Credit Suisse, reso possibile dal sostegno della Confederazione elvetica, dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e della Banca nazionale svizzera (BNS). La Confederazione Elvetica ha offerto una garanzia equivalente a oltre 9 miliardi di euro per ridurre i rischi sostenuti da UBS nell’acquisizione del Credit Suisse. Ora Credit Suisse e UBS possono ottenere un sostegno di liquidità sotto forma di prestito con privilegio nel fallimento per un ammontare massimo complessivo di 100 miliardi di franchi. Il Credit Suisse è una delle 30 banche considerate «a rischio sistemico» nel sistema bancario globale, il suo destino è decisivo per la Svizzera e la sua economia. Infine, la crisi di Credit Suisse e della Silicon Valley Bank «sarà uno dei punti che saranno discussi all’Eurosummit», il vertice dei leader dei paesi della zona euro allargato anche ai paesi non euro previsto a margine del Consiglio europeo venerdì.