Il leader Cgil lancia lo sciopero generale, ma non convince nessuno

La riforma del fisco continua ad essere in primo piano. La scorsa settimana, il governo ha prima ricevuto i leader di Cisl e Ugl, Luigi Sbarra e Paolo Capone, e i segretari confederali di Cgil e Uil, Gianna Fracassi e Domenico Proietti, e poi ha dato il via libera al disegno di legge contenente una delega in materia fiscale. Venerdì mattina, infine, il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, è intervenuta dal palco della Cgil per ribadire quella che è la posizione dell’esecutivo da lei guidato. Landini, riconfermato alla guida del sindacato di Corso d’Italia, ha minacciato lo sciopero generale, provando a trascinare nell’iniziativa anche la Cisl e la Uil. Sbarra, però, è stato netto, affermando che non è tempo di scioperare, una posizione ribadita anche dalla Ugl, che nel disegno di legge delega ha trovato diversi punti condivisibili, in linea con quelle che sono state le richieste dell’organizzazione sindacale. Lo stesso Landini è stato quindi costretto a fare un passo indietro, dicendo che eventuali iniziative saranno concordate e prese a tempo debito. Insomma, ancora una volta, la Cgil si ritrova sola o quasi, considerando che pure la Uil è apparsa tiepida e, soprattutto, poco convinta che la mobilitazione debba tradursi in uno sciopero generale, peraltro molto complesso da giustificare visti i contenuti della legge delega e considerate le aperture del governo.