di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il caporalato è un fenomeno allarmante che svilisce la dignità dei lavoratori basandosi sullo sfruttamento e sulla negazione dei diritti fondamentali, un problema che assilla il mondo del lavoro italiano e che deve essere contrastato. Per questo l’Ugl ha portato avanti un progetto concreto sulla questione, Puntaccapo, ovvero “Percorsi territoriali unitari attivi per il contrasto al caporalato”. Un’iniziativa finanziata dal Fondo asilo, migrazione e integrazione 2014/2020, promossa e realizzata dal nostro sindacato in collaborazione con l’Ente formativo Ass.For.Seo. Un progetto partito nel 2020, rivolto al settore agricolo e orientato alla zona geografica del Centro-Nord Italia, terminato con l’evento conclusivo svoltosi ieri, al quale hanno partecipato, oltre ai rappresentanti Ugl, anche quelli degli altri partner che hanno dato vita assieme a noi all’iniziativa: Ass.For.Seo, Oxfam, Engim, Wematica, Coldiretti. Nel partnerariato anche Confcooperative e Cia, Confederazione italiana agricoltori. In questi anni di attività, ci siamo rivolti ai cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura, offrendo loro strumenti di informazione e formazione, inserimento sociale ed anche servizi di matching tra domanda e offerta finalizzati ad un reclutamento legale e trasparente nel mondo del lavoro agricolo. Sei le regioni del Centro-Nord interessate, Toscana, Umbria, Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio, ed otto gli ambiti territoriali di riferimento. 1.300 i destinatari, circa il 55% uomini ed il 45% donne, persone provenienti da diverse aree geografiche: principalmente Asia meridionale, il 51,9%, ed Africa, 39,6%, ma anche Sud America, il 5,8%, ed Europa orientale, il 2,7%. Per contrastare il caporalato, le iniziative concrete sono consistite nell’attivazione di sportelli informativi, in attività di formazione ed informazione su educazione civica e diritti di cittadinanza, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, accrescimento delle competenze linguistiche, sicurezza stradale, con 800 kit distribuiti, ma anche, nell’ambito della sensibilizzazione territoriale, nell’accompagnamento delle aziende all’iscrizione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, in azioni di concertazione con gli stakeholder locali per l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, 40 le imprese agricole coinvolte, e nell’attivazione di soluzioni ad hoc per il trasporto e l’integrazione abitativa, con l’erogazione di 200 voucher per contributi abitativi. Il contrasto al caporalato deve diventare una priorità nell’agenda del Governo e delle politiche per il lavoro: non è tollerabile che nel nostro Paese esistano situazioni di illegalità, sfruttamento e disagio sociale. Per questo bisogna intensificare le misure di prevenzione ed i controlli, ma anche rafforzare la cooperazione tra le prefetture, le organizzazioni sindacali, gli enti ispettivi, i lavoratori stessi e le parti datoriali, attraverso la sottoscrizione di protocolli di intesa e memorandum e mediante la condivisione delle buone pratiche, come quella offerta dal nostro progetto Puntaccapo.