Dal palco del congresso Cgil, Schlein e Conte annunciano una battaglia sul salario minimo

Giornata fitta di impegni. In mattinata il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi i superstiti e i parenti delle vittime della tragedia di Cutro, al largo di Crotone, costata la vita ad oltre 85 persone, secondo un bilancio ancora parziale: proseguono infatti le ricerche, come assicurato oggi dal premier a superstiti e familiari delle vittime, e non è escluso che il numero delle vittime possa aumentare. Il premier ha promesso l’impegno diplomatico dell’Italia in sede europea «per dare seguito alle richieste di accoglienza e di ricongiungimento in altri Paesi europei, in particolare in Germania; per un Afghanistan libero e rispettoso dei diritti umani, in particolare di quelli delle donne; per superare le diverse crisi che hanno colpito Pakistan, Palestina e Siria». Nel pomeriggio poi c’è stato il Consiglio dei ministri, durante il quale sono è stato discusso il Ponte sullo Stretto di Messina – il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha promesso tempi rapidi per la costruzione di un’opera che per decenni è stata soltanto un’ipotesi – e la riforma fiscale, nei giorni scorsi al centro di un confronto intavolato con le parti sociali. E proprio la riforma del fisco è stata criticata dalla segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ieri ha avuto il suo primo confronto con la premier durante un Question Time alla Camera. «Favorisce chi sta meglio, chi ha redditi più alti vedrà maggior guadagno», ha detto, parlando dal palco del congresso della Cgil, in corso a Rimini. Che le ha offerto l’occasione per confermare l’impegno sul salario minimo: «Noi ci batteremo per un salario minimo perché sotto una certa soglia davvero non si può parlare di lavoro perché è sfruttamento», ha detto, trovando la sponda del presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, presente anche lui al congresso. «La vera sfida è ritrovarci tutti sul terreno delle proposte concrete e i contenuti di queste proposte sono una prospettiva d’azione comune», ha detto Conte. Appare sempre più probabile un riavvicinamento a livello nazionale tra il M5s e il Pd, ai quali si aggiungerebbe anche Sinistra italiana, ma non il Terzo Polo. Il leader di Azione, Carlo Calenda, impegnato in queste settimane nel processo che porterà il suo partito alla fusione con Italia viva – ancora da decidere il nome della nuova formazione politica –: «Non c’è nessuna alleanza, il Pd e il M5s sono una cosa noi siamo una cosa diversa non perché mi stiano antipatici ma perché abbiamo idee diverse sul 90% dell’agenda politica».