di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Sappiamo bene come quello di un fisco penalizzante sia uno dei maggiori ostacoli alla ripresa del Paese e da tempo l’Ugl chiede un intervento corposo sulla materia, uno shock incentrato sul lavoro, per restituire potere d’acquisto ai lavoratori e al contempo, incentivare nuove assunzioni. Ora il governo ha un progetto ambizioso, quello di realizzare una riforma complessiva di tutta l’area fiscale, cosa che nel nostro Paese non è avvenuta da decenni, nonostante i cambiamenti economici e sociali intervenuti nel frattempo, che avrebbero richiesto revisioni corrispondenti anche del sistema di tasse e imposte, basti pensare, oltre al lavoro, anche alla questione della denatalità. Ha chiarito la portata della riforma il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, definendola «Un provvedimento che opererà a 360 gradi, interverrà su tutti i tributi, Irpef, Ires, Iva, Irap, doganali e accise, e rivedrà tutti i procedimenti, da quello accertativo a quello della riscossione, al processo». Ieri c’è stato un incontro fra Esecutivo e sindacati – oggi è la volta dei datori di lavoro – sul tema fisco e l’impressione è stata nel complesso positiva, sulla base delle anticipazioni fornite in merito alle misure che dovrebbero essere prese, pur ancora in attesa di un testo definitivo sul quale intervenire dettagliatamente con osservazioni e proposte. Un progetto interessante che prevede l’estensione della no tax area anche sul lavoro dipendente, venendo quindi incontro alle esigenze dei cosiddetti “working poors”, purtroppo categoria ancora diffusa in Italia, che, poi, stabilisce la riduzione delle aliquote Irpef e la riduzione delle tasse per le aziende che assumeranno di più. Un complesso di interventi a favore del lavoro che ci sembrano assolutamente in linea con le richieste che anche noi dell’Ugl abbiamo fatto in questi mesi ed anche in questi ultimi anni ai vari governi che si sono succeduti alla guida del Paese. Importante anche l’impegno sull’evasione fiscale: al di là dei soliti slogan di principio senza però conseguenze reali ai quali eravamo abituati, stavolta c’è un progetto concreto, ovvero quello di realizzare un coordinamento fra banche dati per incrociare le informazioni e quindi mettere in campo un sistema informatizzato che consenta di individuare gli evasori, con anche l’intenzione di redistribuire le risorse così reperite sullo stato sociale, sui servizi offerti ai cittadini. Al termine del confronto con le parti sociali, il disegno di legge dovrebbe essere discusso domani dal Consiglio dei ministri. Fondamentale che rimanga la disponibilità al dialogo con il mondo del lavoro per arrivare ad una riforma che riesca a colmare almeno in parte le tante criticità del sistema fiscale italiano, nel segno dell’equità e dell’attenzione al mondo del lavoro, per una ripresa economica socialmente sostenibile.