Primo question time alla Camera per il presidente del Consiglio, confronto con Schlein. Sul Mes: «Finché io al governo l’Italia non vi accederà»

Migranti, case green, Mes e salario minimo. Diversi i temi a cui il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dovuto rispondere al suo primo question time alla Camera da quando è alla guida del governo. «Finché ci saranno partenze su barche in pessime condizioni e con pessime condizioni meteo ci saranno perdite di vite. La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca il governo, ma non dice una parola sugli scafisti possa dire lo stesso», ha osservato Meloni rispondendo all’interrogazione di Riccardo Magi, segretario di +Europa sul naufragio di un’imbarcazione carica di migranti al largo delle coste libiche. La premier si è poi detta stupita che «per fini politici si finisca per mettere in discussione l’onore e l’operato di persone che rischiano la vita tutti i giorni» per salvare vite umane. Quanto alle misure legate alla transizione energetica, Meloni ha ricordato che «non siamo pericolosi negazionisti climatici, ma serve un approccio pragmatico». Dunque, in merito all’interrogazione sul tema da parte di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, il presidente del Consiglio ha notato che un approccio improntato sulla sostenibilità ambientale «non ci impedisce fare di fare valutazioni critiche su iniziative legislative comunitarie che a nostro avviso, se non vengono opportunamente rimodulate, rischiano di danneggiare il nostro tessuto economico: è il caso, ad esempio, della proposta di direttiva sulle cosiddette case green», «un testo – ha perciò spiegato – che prevede obiettivi temporali che non sono raggiungibili per l’Italia, il cui patrimonio immobiliare è inserito in un contesto diverso da altri stati membri per ragioni storiche, di conformazione geografica. Con il voto di ieri il PE ha ritenuto di inasprire ulteriormente il testo iniziale e questa scelta, che consideriamo irragionevole, mossa da un approccio ideologico, impone al governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della nazione». Il primo question time di Meloni alla Camera è stata anche l’occasione per il primo confronto con la neosegretaria del Pd, Elly Schlein, la quale l’ha incalzata sul tema del salario minimo. Al riguardo la premier ha spiegato che in materia il suo approccio è pragmatico e non ideologico: «Il governo non è convinto che il salario minimo legale sia la soluzione. Si rischia di creare condizioni peggiori, serve tagliare tasse sul lavoro». Apertura, invece, sul congedo parentale: «Siccome abbiamo molto a cuore la questione della denatalità sul tema del congedo parentale sono sempre pronta a confrontarmi». Una risposta categorica, invece, è quella che Meloni ha dato sul Mes, questione posta dal deputato del Terzo polo, Luigi Marattin: «Finché ci sarà un governo guidato da me l’Italia non potrà mai accedere al Mes. E temo che non potranno accedere neanche gli altri», ha osservato Meloni. «Bonomi, presidente di Confindustria, storicamente sostenitore del Mes, dice che se noi riteniamo che il nuovo regolamento del Mes non sia nell’interesse del paese e non sia adeguato alle sfide, dovrebbe essere il momento di discutere come usarlo come uno strumento di politica industriale europea. Il tema è che l’Europa potrà affrontare le sue sfide se riesce a fare sistema e proiettarsi verso una politica di sviluppo comune, e la proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione dal governo», ha aggiunto Meloni alla Camera.