«Solo pensare che i 10.200 marinai e marinaie della Guardia costiera possano deliberatamente scegliere di non salvare qualcuno mentre stanno facendo un lavoro straordinario è qualcosa di disgustoso». Il leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è tornato sull’argomento migranti parlando oggi a 24 Mattino su Radio 24. «Spero che la politica ritrovi una sua dimensione e anche un suo limite nelle accuse e nella polemica», ha quindi sottolineato. Ieri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una nota diffusa dopo il vertice sul dossier migranti convocato a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni – cui hanno preso parte lo stesso Crosetto, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini in videocollegamento, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e i direttori dei servizi segreti – ha spiegato che dietro l’alto numero di sbarchi nel nostro paese da inizio anno potrebbe esserci il gruppo Wagner, che utilizzerebbe tali situazioni come arma di guerra ibrida nell’ambito della sua presenza rilevante in alcuni paesi africani (un’accusa nel frattempo respinta al mittente, con tanto di insulto su Telegram, da parte del capo del gruppo Yevgeny Prigozhin). Ad ogni modo Salvini, nel corso del suo intervento a 24 Mattino, ha affermato di non avere «elementi per sapere se dietro queste partenze ci sia la manina anche di qualche potenza straniera che vuole destabilizzare il continente, ma se così fosse, se fosse un atto di guerra deliberato è chiaro che non può essere l’Italia, Lampedusa, Pozzallo, Gioia Tauro, Cutro da sola ad affrontare questa situazione». Con la «Tunisia che è nel caos e la Libia che non trova pace», ha perciò aggiunto Salvini, la comunità internazionale se ne deve «fare carico», ma «penso anche alla Nato». Quello dei flussi migratori è un argomento che ha toccato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Nairobi, dove si trova per una visita di Stato in Kenya di tre giorni. «Noi – ha dichiarato Mattarella in conferenza stampa – cerchiamo un rapporto di collaborazione con i paesi di origine e transito dei flussi, ma sappiamo che la dimensione epocale di questo fenomeno, crescente in ogni parte del mondo, non è affrontabile a livello bilaterale, è affrontabile soltanto con una congiunta, lucida, ben organizzata azione europea, che affronti in maniera sistemica questo grande problema epocale, che si presenta attraverso il Mediterraneo, ma non soltanto attraverso il Mediterraneo, anche attraverso la rotta balcanica. Si tratta di due aspetti che intersecano. I buoni rapporti collaborativi attraverso buoni moduli di collaborazioni bilaterali sono un’azione consapevole, organica, che l’Unione europea può svolgere su tutti i tavoli, compreso quello delle migrazioni».