Il prossimo passaggio dal reddito di cittadinanza alla misura di inclusione attiva

La ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, torna, con una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, sulla riforma del reddito di cittadinanza, un tema che sicuramente interessa tanti cittadini, seppure per ragioni diverse. La responsabile del dicastero di via Veneto chiarisce subito che il governo non intende muoversi in una logica punitiva, «anzi le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un sostegno più alto dell’attuale perché i minori vanno protetti». La chiave di volta è quella di mettere in condizioni di poter trovare una occupazione chi è in età lavorativa. Per questa ragione, si passerà dal sussidio erogato per il tramite del reddito di cittadinanza ad «una politica attiva definita anche da un’indennità di partecipazione». Pur ricordando che la platea è variabile nel tempo, la ministra si spinge a stimare la presenza di circa 300mila persone singole che, se formate e riqualificate, potrebbero essere occupate. In questo senso, si punta decisamente sulla nuova piattaforma digitale per favorire l’incontro fra il beneficiario e le aziende, che possono contare su un consistente sgravio contributivo in caso di assunzione. Nei prossimi giorni, è previsto l’avvio del confronto con le parti sociali, ma anche con le regioni, centrali nelle politiche attive, e i comuni, mentre anche l’Anpal avrà un ruolo, come pure tutto il mondo del terzo settore.