L’Italia tra violenza sulle donne e povertà infantile. Donne, persone disabili e bambini: i fragili che sono maggiormente a rischio

L’Italia appare non essere un Paese per donne e bambini. Secondo il “Rapporto sulle donne vittime di violenza” curato dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione dell’8 marzo, una ogni tre giorni è il ritmo al quale viene scandita la crescita del numero di donne uccise: 119 nel 2021, 125 nel 2022 (+ 5%). Il trend dei femminicidi è in aumento, +12%, dal 2019, anno con 112 vittime donne e con un’incidenza salita dal 35% di tre anni fa al 39% dell’anno scorso. Delle donne uccise, il 95% sono maggiorenni e il 78% italiane. Quasi tutti i femminicidi avvengono nell’ambito familiare/affettivo: nel 2022 il 74% delle persone viene uccisa dal partner o dall’ex partner, con le donne che rappresentano il 91% (61 su 67) del totale e gli uomini il 9%. Sono vittime di partner o ex partner il 59% (61 su 103), per mano di genitori o figli il 33% (34 su 103), da altro parente l’8% (8 su 103). In generale le violenze sessuali sono in aumento del 13,5%, così come restano preoccupanti le violenze nei confronti di donne con disabilità, anche minorenni, sebbene flessione negli ultimi due anni: i maltrattamenti contro familiari e conviventi sono scesi dai 128 del 2021 ai 112 del 2022, le violenze sessuali da 27 a 24, gli atti persecutori da 14 a 9. Spesso, però, gli abusi vengono realizzati all’interno della famiglia o nelle strutture deputate alla cura e all’assistenza. Non va meglio per l’infanzia, in termini di povertà: l’Italia risulta essere il quinto peggior Paese nella Ue, dopo Romania, Spagna, Bulgaria e Grecia, essendo quello la percentuale più elevata di minori a rischio povertà ed esclusione sociale. Una percentuale cresciuta dal 27,1% del 2019 al 29,7% del 2021. In Europa, in un solo anno, oltre 200.000 bambini in più sono stati spinti sull’orlo della povertà.