Le parole del ministro degli Esteri Qin Gang
La Cina alza l’asticella delle tensioni con gli Stati Uniti, avvertendo che se «non frenano e continuano sulla strada sbagliata, ci saranno sicuramente conflitti e scontri». «Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze?», è la domanda retorica che il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang – nominato a fine 2022 dopo essere stato ambasciatore a Washington –, ha posto, aggiungendo poi che «contenimento e repressione non renderanno grande l’America e non fermeranno il rinnovamento della Cina». Le recenti vicende, come ad esempio quella del pallone aerostatico transitato sul territorio statunitense, hanno contribuito all’escalation dialettica tra Pechino e Washington, con il conflitto in Ucraina la questione Taiwan sullo sfondo ad aggravare la crisi diplomatica. Parlando durante un briefing con i media, Quin è appunto ritornato sui fatti legati al pallone aerostatico. La sua versione è che gli Stati Uniti abbiano «agito con una presunzione di colpa, reagito in modo eccessivo, abusato della forza e drammatizzato l’incidente». Quanto alla guerra in Ucraina, il ministro cinese ha spiegato che il suo paese «non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina – ha quindi aggiunto – non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile. La Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni e la de-escalation all’escalation». Mosca e Pechino, ha inoltre osservato Quin, basano le loro relazioni sul principio di «non alleanza, non confronto e non presa di mira di terze parti» e se «lavorano insieme, il mondo avrà una forza trainante verso il multipolarismo e una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali», mentre «l’equilibrio strategico globale e la stabilità saranno meglio garantiti». La questione Taiwan, infine. «È il fulcro degli interessi centrali della Cina – ha affermato al riguardo, ulteriore avviso rivolto a Washington –, il fondamento politico nelle relazioni Cina-Usa e la prima linea rossa che non deve essere superata. Continueremo a lavorare per la riunificazione pacifica, ma ci riserviamo il diritto di prendere tutte le misure necessarie. Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale».