Il ministro dell’Interno è intervenuto in Parlamento per riferire i dettagli della tragedia costata la vit ad oltre 70 persone, inclusi circa 30 minorenni

«Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, riferendo alla Camera sul naufragio di domenica 26 febbraio al largo di Cutro, in provincia di Crotone, dove domani si riunirà il Consiglio dei ministri. «L’esigenza di tutela della vita ha sempre la priorità, quale che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare», ha ricordato il titolare del Viminale. La tragedia, nella quale hanno perso la vita 72 persone, 28 delle quali minorenni, ha scosso l’opinione pubblica e alimentato il dibattito politico degli ultimi giorni: le forze di opposizione sono arrivate anche a chiedere le dimissioni del ministro dell’Interno. Che oggi ha ricostruito le dinamiche della vicenda – «Una tragedia che ci addolora profondamente, anche sul piano personale» –, imputando grosse responsabilità agli scafisti «senza scrupoli che non esitano a sacrificare la vita altrui per biechi profitti personali, come il racconto dei sopravvissuti ha chiaramente messo in evidenza». Il sostegno del governo al ministro dell’Interno non è venuto mai meno: «È sostenuto al 100%», ha assicurato oggi il leader della Lega, Matteo Salvini. «La squadra è compatta».