Inter, Milan, Roma e Lazio ci stanno provando ma troppe difficoltà per la realizzazione

Stadio sì, stadio no. In Italia, oggi più che mai sta prendendo sempre più piede il discorso “stadio di proprietà”, visto anche quanti vantaggi ha portato e sta portando alle squadre di Premier League e anche a quanto sta generando a club italiani che già ne hanno uno tutto loro da tempo, come Juventus, Udinese e Atalanta. Sono infiniti i vantaggi nell’avere uno stadio di proprietà, come ad esempio le fonti di ricavo tradizionali, ovvero quelle che arrivano dalla vendita dei tagliandi, come biglietti e abbonamenti, senza dover pagare un affitto ad un ente. Fonti di ricavo alternative, come l’Allianz Stadium o la Dacia Arena, con lo stadio moderno che ha fatto gola a due aziende come Allianz e Dacia che hanno deciso di sottoscrivere partnership di sponsorizzazione, cosa che all’estero è una prassi diffusissima. Anche le fonti di ricavo extra-sportive rappresentano un punto di guadagno importante: l’impianto potrebbe avere un’impronta commerciale ed essere aperto 365 giorni per ospitare anche eventi non prettamente sportivi, come concerti, fiere, conferenze, andando ad aumentare anche posti di lavoro e dunque avere un impatto forte sui livelli occupazionali del territorio. Il club costruisce uno stadio di proprietà con finanziamenti privati, mettendo a bilancio un patrimonio scaturito da un investimento immobiliare. Il tutto in un contesto di consolidamento patrimoniale, avendo anche un ritorno a livello di immagine e di valore del marchio. Insomma tanti vantaggi ma in Italia le complicazioni per la realizzazione di nuovi stadi sembrano superare i vantaggi, basti pensare a quello che è successo alla Roma in passato con il progetto di Tor di Valle, o a quello che sta succedendo con Inter e Milan. La Roma ha individuato in Pietralata la nuova area dove far sorgere il nuovo stadio giallorosso e il vicepresidente della Commissione urbanista del Comune di Roma ha già informato che i tempi saranno lunghissimi. Ma nella Capitale anche la Lazio è alle prese con uno studio per la realizzazione del nuovo impianto: al club era stato proposto la riqualificazione del Flaminio, ma i tanti vincoli sulla struttura – come la capienza massima di 25mila spettatori o la tribuna coperta irrealizzabile – hanno fatto sì che il presidente Lotito declinasse la proposta, con il Flaminio che probabilmente rimarrà abbandonato. A Milano invece, sia Inter che Milan sono a colloquio da diverso tempo con il sindaco Giuseppe Sala. L’idea di una ristrutturazione di San Siro è ormai svanita e i due club ora stanno valutando aree esterne alla città e nei prossimi giorni se ne saprà di più, quel che è certo è che in Italia ci vuole troppo tempo per la realizzazione di uno stadio e tutto ciò fa si che il calcio italiano non sia mai competitivo come la Premier, basti pensare che a Londra, ce ne sono cinque: quelli di Tottenham, Chelsea, Arsenal, Fulham e West Ham, senza contare Wembley.