Alcuni droni, presumibilmente ucraini, sono stati abbattuti su diverse città russe. In fiamme una raffineria Rosneft, nella regione di Krasnodar

Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha parlato oggi ai funzionari del Fsb, il servizio per la sicurezza russo erede del Kgb. E ha fatto loro alcune richieste: intensificate il controspionaggio contro l’Occidente e le attività di intelligence e prevenzione contro i «gruppi di sabotaggio» ucraini e occidentali. Secondo Putin, che ha ammesso le perdite tra le fila del Fsb in Ucraina, i rischi per la Russia stanno aumentando, anche sul territorio russo. I fatti gli darebbero ragione: nelle ultime ore, nella regione di Krasnodar, una raffineria del colosso russo Rosneft ha preso fuoco. Ancora poco chiare le dinamiche, ma le autorità russe hanno annunciato di aver abbattuto due droni ucraini.
A poco più di un anno dall’inizio dell’invasione russa, i margini per una trattativa sono pressoché inesistenti. L’ennesima conferma oggi, direttamente dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Mosca «non scenderà mai a compromessi» sulle quattro regioni – Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia – annesse a settembre con i referendum. Una posizione che si scontra con gli obiettivi dell’Ucraina: impedire qualsiasi concessione territoriale alla Russia. Crimea, occupata nel 2014, inclusa. Con questi presupposti, inutile sperare in un tavolo negoziale. Che procede sul terreno, con i russi impegnati da diverse settimane in continue offensive per conquistare Bakhmut, che sembra sul punto di cadere: il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha osservato che «la situazione sta diventando sempre più complicata». Ammissioni così difficilmente avvengono durante un conflitto.
Dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio del 2022, Mosca è stata gradualmente isolata dal blocco occidentale. Le cose non dovrebbe cambiare anche una volta concluso il conflitto. «La fine di questa guerra non prevede un ritorno alla normalità nelle relazioni con la Russia, non si torna indietro: so che è difficile spendere di più in difesa perché c’è meno spazio per altre cose che reputiamo importanti, come la salute e l’istruzione, lo capisco», ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, aggiungendo, in un intervento al summit delle nazioni nordiche, che «non c’è nulla di più importante della nostra sicurezza». Poi, un invito: «Dobbiamo spendere di più» nella difesa.