La necessità di bilanciare i conti pubblici con la difesa dell’occupazione

Lunga giornata di audizioni sul decreto-legge che blocca la cessione dei crediti, ad iniziare dal superbonus 110%. Sono stati infatti auditi i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle associazioni datoriali del commercio e dell’artigianato, proprio con l’obiettivo di arrivare ad un punto di raccordo fra la necessità manifestata dal governo, di porre fine ad un meccanismo molto costoso per le casse dello Stato, e quella ribadita dalle imprese, che temono che dalla stretta possano derivare fallimenti a cascata. Effettivamente, il primo elemento emerso è stato quello della tenuta occupazionale di un settore da sempre trainante per la nostra economia, una valutazione condivisa dallo stesso esecutivo che, non a caso, ha immediatamente aperto un tavolo di confronto, con il coinvolgimento del settore creditizio e assicurativo, per trovare delle soluzioni immediate. Il decreto-legge 11/2023, in particolare, vieta alle pubbliche amministrazioni di acquistare crediti, circoscrive il perimetro della responsabilità solidale fra beneficiario, fornitore e cessionario e permette la sola fruizione diretta della detrazione, senza possibilità di accedere allo sconto in fattura o di cessione del credito. L’Ugl, nello specifico, ha chiesto una riforma complessiva dello strumento, valorizzando il reddito delle famiglie, la presenza di fragilità e l’ubicazione dell’immobile, tutelando le piccole imprese serie.