Energia e grano hanno spinto in alto i prezzi al consumo in tutto il mondo

La guerra in Ucraina ha sicuramente contributo all’incremento dei prezzi al consumo su percentuali mai viste negli ultimi decenni. Altrettanto sicuramente, però, il conflitto da solo non è sufficiente a spiegare l’impennata a due cifre che ha caratterizzato il 2022 e che, in parte, ci sta accompagnando anche in questi primi mesi del 2023. Si pensi, ad esempio, al caso italiano con la bolla speculativa sul Superbonus 110%. Lo scoppio del conflitto a febbraio dello scorso anno e i primi pacchetti di sanzioni economiche hanno inciso, in particolare, su due aspetti (i prezzi dell’energia e quelle delle materie prime alimentari), meno, almeno in prima battuta, su altri, pure se, è opportuno ricordare, il territorio ucraino è ricco di risorse minerarie. Il prezzo del gas è salito vorticosamente, forte del fatto che, comunque, l’Europa per quasi un terzo dipendeva, in quel momento, dalle forniture della russa Gazprom. Oggi la percentuale di dipendenza è scesa intorno al 5%, mentre, anche per effetto dell’introduzione di un tetto al prezzo del gas, fortemente voluta da alcuni Stati, Italia in primis, il costo del metano è di poco superiore rispetto ad un anno fa. La questione, però, non è risolta definitivamente, nonostante l’accesso a fonti diversificate come provenienza. Oltre al gas africano, tornano in ballo le forniture di gas liquefatto, con i contratti sottoscritti con gli Stati uniti che, di certo, sono poco vantaggiosi per l’Europa, al netto della capacità di mettere in campo in tempi brevi dei rigassificatori. Il tutto, naturalmente, senza dimenticare che non sono soltanto gli Europei che stanno cercando energia in giro per il mondo, in quanto Cina, India, Giappone, Corea del Sud si trovano esattamente, o quasi, nelle stesse condizioni dell’Unione europea. L’altra grande partita è quella alimentare. Dall’Ucraina e dalla Russia, dipendono per il grano oltre cinquanta Paesi distribuiti fra Africa, Asia e Medioriente. La produzione è di almeno 75 milioni di tonnellate.