Oggi l’anniversario dell’inizio del conflitto in Ucraina

«La Russia deve perdere la guerra perché smetta di voler conquistare i territori di cui non ha più il controllo come una volta». Un anno di guerra. Il 24 febbraio 2022 veniva avviata l’offensiva russa ai danni dell’Ucraina, dopo che per settimane Mosca aveva negato questa possibilità. Per l’occasione il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha parlato nella piazza Santa Sofia di Kiev, dove ha chiesto un minuto di silenzio per commemorare «gli eroi» che combattono per resistere all’invasione. «È stato un anno di dolore e durante quest’anno siamo rimasti invincibili. E sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria», aveva scritto in precedenza Zelensky su Twitter. Nelle ultime ore, intanto, la Cina è ufficialmente entrata nello scacchiere della mediazione diplomatica, presentando il suo piano in 12 punti. Un programma in parte controverso perché di fatto volto a salvaguardare anche i propri interessi, ma che diversi attori internazionali – Kiev su tutti – accolgono con favore. Tra le condizioni salienti del piano si osservano il rispetto della sovranità di tutti i paesi e lo stop alle sanzioni unilaterali, ma anche la cessazione delle ostilità e il no alle armi nucleari. «È bene che Pechino abbia assunto responsabilità e presentato le sue proposte per una tregua. Ci sono punti importanti come il rifiuto di armi atomiche, ma mancano elementi importanti», ha sostenuto Wolfgang Buechner, portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, in conferenza stampa a Berlino. Più scettico il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: «La Cina non ha credibilità perché non ha mai condannato l’invasione della Russia e ha firmato qualche tempo prima dell’invasione russa un accordo per una partnership senza limiti con Mosca». Ieri l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a favore della risoluzione che prevede la richiesta di un ritiro immediato e incondizionato della Russia dall’Ucraina: la Cina è tra i 32 i paesi che si sono astenuti.