Volkswagen: «Tempi irrealistici per l’Euro7, partire almeno da fine 2026». Di irrealistico a questo punto c’è tutto il Green Deal: «Senza modifiche impatto su industria, ambiente e sociale». La Commissione europea ascolterà?

«Vorremmo che venissero rimessi in discussione i tempi e le modalità di realizzazione di questa nuova metodologia», cioè l’obbligo del livello Euro7 al 1° luglio 2025 per le nuove auto a motore endotermico nella Ue, previsto dalla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull’omologazione di veicoli a motore. Non l’hanno mandata quindi a dire i rappresentanti di Volkswagen Group Italia, in audizione in commissione Politiche Ue della Camera. «La proposta della Commissione, così come è stata delineata, prevede determinati tempi e modalità che secondo noi devono essere assolutamente riconsiderate», perché l’idea di immettere sul mercato veicoli più rispettosi dell’ambiente rispetto a oggi, «potrebbe essere controproducente». Infatti, «se la proposta di regolamento rimarrà con i tempi già indicati prevediamo tre possibili impatti negativi: industriale, ambientale e sociale. Dal punto di vista industriale, non poter concentrare tutte le risorse nella direzione che il Gruppo Volkswagen ha già tracciato, ovvero arrivare alla totale sostituzione della mobilità con motori elettrici, indebolisce il piano». Inoltre, «essere costretti a rispettare quelle regole farà sì che l’offerta di prodotto nei primi mesi o anni sarà inferiore in termini di varietà rispetto a oggi, con un rischio di necessità di tagli di produzione». Dal punto di vista dell’ambiente, «questi aggiornamenti comporteranno un aumento del costo industriale dei veicoli che si rifletterà sul prezzo di acquisto. A fronte dell’aumento del prezzo di acquisto, è possibile che le famiglie decideranno di rinviare l’acquisto». Così «il rinnovo del parco circolante avrà un rallentamento». C’è anche un problema relativo alle batterie, perché «oggi il maggior produttore mondiale di batterie per automobili è la Cina», «esiste un piano europeo di realizzazione di gigafactory in Europa, annunciato e documentato, che dice che al 2030 sarà necessaria una capacità produttiva di 1000 gigawattora di batterie e le fabbriche annunciate al 2030 in Europa arrivano a 730 gigawattora. L’Italia ne rappresenta però circa l’8%» e bisogna quindi “darle una mossa”. Volkswagen ha intenzione di «avere le nostre batterie», ma può arrivare «all’autosufficienza al 2030». Nel frattempo, «i Paesi con le più grandi riserve di litio al mondo sono tre, Cile, Australia e Argentina. La Cina entra in gioco e prende la leadership nella raffinazione del litio e nella produzione delle batterie, attualmente appannaggio di Cina, Corea e Giappone». Non saranno sbagliati tutti i tempi del Green Deal?