Poi il discorso al concerto patriottico allo stadio Luzhniki

Un faccia-a-faccia interessante, a Mosca. Poche ora prima di partecipare al concerto patriottico allo stadio Luzhniki, il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha incontrato oggi il direttore della Commissione per gli Affari esteri del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Wang Yi, reduce da un tour nelle principali capitali europee e dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Cina è l’unica tra le grandi potenze mondiali a non aver reciso completamente i rapporti con Mosca. Le relazioni tra i due Paesi sono importanti per «stabilizzare la situazione internazionale», ha detto Putin. La Cina è «pronta ad approfondire la fiducia politica reciproca e la cooperazione strategica con la Russia», ha assicurato Wang. Cooperazione che non dovrebbe tradursi anche nell’invio di aiuti militari ai russi, ha annunciato il ministero degli Esteri cinese, rassicurando la Nato che invece continua ad essere convinta del contrario. Intanto per la Russia le operazioni sul campo procedono tra mille difficoltà e non soltanto a causa della strenua resistenza dell’esercito ucraino: il capo del gruppo Wagner, Yegeny Prigozhin, che da diversi giorni è in aperta polemica con il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha invitato i russi a fare pressione sull’esercito affinché fornisca munizioni ai suoi combattenti. Infine, un dettaglio importante, che potrebbe preannunciare l’apertura di un nuovo fronte: Putin ha revocato un decreto del 2012 che in parte sosteneva la sovranità della Moldavia nell’ambito delle politiche sul futuro della Transnistria, regione separatista sostenuta da Mosca che confina con l’Ucraina e dove sono presenti truppe russe.