È allarme siccità in Italia. CNR: servirebbero 50 giorni di pioggia, «occorre una pioggia costante»

Il problema c’è ed è grave, visto che per Legambiente «il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità». «Siamo in una situazione di deficit idrico che abbiamo cominciato ad accumulare dall’inverno 2020-2021», ha dichiarato Massimiliano Pasqui, climatologo e ricercatore del Cnr, a Il Corriere della Sera, sottolineando come sia «improbabile che se ne esca in pochi mesi. Occorrerebbe una pioggia costante, ma non troppo intensa altrimenti non si infiltra. Dobbiamo recuperare 500 millimetri nelle regioni nord-occidentali: servirebbero 50 giorni di pioggia». Infatti, sempre per Legambiente, la situazione è la seguente: neve dimezzata sulle Alpi (53% in meno), laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, corsi d’acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità di distretto del Fiume Po (il cui bacino “vanta” un deficit del 61%), dell’Appennino settentrionale e dell’Appennino centrale. Dal meteo arriva, però, qualche flebile speranza e l’annunciato arrivo delle precipitazioni è per Coldiretti importante per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili, in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% che sale addirittura al 40% nel Nord Italia. L’associazione dei Coltivatori diretti stima che sarebbe necessario oltre un intero mese di pioggia per tornare alla normalità e garantire le produzioni agricole primaverili ed estive. La situazione infatti è peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti per la siccità.

Legambiente al Governo: 8 mosse
Favorire la ricarica controllata della falda; obbligo di recupero delle acque piovane; in agricoltura laghetti e piccoli bacini; efficientare il ciclo idrico integrato; riuso delle acque reflue depurate in agricoltura; andare verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti; utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia; favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali; introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico.