Terziario a rischio. In continua crescita il fenomeno della interposizione illegale di manodopera. La percentuale di lavoratori stranieri extracomunitari in nero è, nel complesso, in linea con quella della popolazione residente, in quanto si è intorno all’8% del totale. Circa 15mila i casi accertati
Un aspetto interessante che emerge dalla lettura dei dati del report dell’Ispettorato nazionale del lavoro è quello della distribuzione delle violazioni per settore produttivo. L’analisi è effettuata su circa 110mila violazioni, il maggior numero delle quali si concentra nel terziario (oltre 72mila violazioni), a seguire l’industria (18mila), l’edilizia (12mila) e l’agricoltura (7mila). La situazione cambia profondamente quando si va ad analizzare l’impatto del lavoro nero. Se è vero che il terziario guida sempre (8mila unità), la distanza con gli altri settori produttivi si riduce sensibilmente, visto che in edilizia si registrano oltre 2.700 casi, in agricoltura poco meno di 2.200 e nell’industria quasi 2mila. I lavoratori stranieri extracomunitari in nero sono circa l’8% del totale dei lavoratori in nero, con un maggiore impatto nell’industria e nell’agricoltura. Poco più di mille i casi accertati di violazione della norma del Codice penale che contrasto lo sfruttamento del lavoratore per quello che è conosciuto come caporalato, mentre la cosiddetta interposizione illegale di manodopera ha riguardato oltre 13mila lavoratori, il 73,4% dei quali occupati nei servizi e nel terziario. Scoperti anche 163 minori occupati illegalmente, mentre poco più di 200 sono state le violazioni della normativa sulla maternità. 126, invece, le posizioni non coperte rispetto agli obblighi di legge sulle assunzioni obbligatorie per persone con disabilità. Pure in questo caso, le violazioni riguardano soprattutto il terziario.