L’indagine Eurostat. Rispetto al 2019, +97,7% per i fallimenti nella ristorazione

Nel quarto trimestre del 2022 l’Eurostat ha registrato un forte aumento delle dichiarazioni di fallimento da parte delle imprese dell’Unione europea che, con un +26,8%, hanno raggiunto il livello più alto dal 2015 (anno di inizio della raccolta dei dati). In controtendenza sei paesi, tra cui l’Italia, che tra il terzo ed il quarto trimestre dell’anno ha riportato un calo del 12,5%. Positivo anche l’andamento in Bulgaria, dove si è registrato un -2,1%; in Francia, con un -0,4%; Cipro, con un -13,4%; Lettonia, -36,2%; e Lituania, dove i fallimenti sono diminuiti del -25,4%. Male Lussemburgo, Spagna e Ungheria, dove si sono registrati gli aumenti più consistenti. I settori più colpiti risultano essere quello dei trasporti e magazzinaggio (+72,2%) e quello dei servizi di alloggio e ristorazione (+39,4%). Un marcato aumento dei fallimenti ha interessato anche il comparto dell’istruzione, della sanità e delle attività sociali (con un +29,5%). Nell’intento di misurare l’impatto che la pandemia ha avuto suoi diversi settori di attività economica dell’area, l’Eurostat ha esteso il confronto al quarto trimestre del 2019 e dai risultati emerge un aumento dei fallimenti del 97,7% nel servizi di alloggio e ristorazione e dell’85,7% nei trasporti e magazzinaggio. Il numero di dichiarazioni di fallimento nel quarto trimestre del 2022 rispetto al quarto trimestre pre-pandemico del 2019 è stato inferiore solo in tre settori dell’economia: industria (-17,6%), costruzioni (-9,2%) e informazione e comunicazione (-4,0%).