Mosca: armi a Kiev non cambieranno esito conflitto

È il giorno di Volodymyr Zelensky a Bruxelles. Un’occasione che avvicina l’Ucraina all’Unione europea: «L’Europa significa libertà, questo è il nostro modo di vivere e questa è la casa dell’Ucraina», ha sostenuto Zelensky nel suo discorso al Parlamento europeo. «Conosciamo il sacrificio che il vostro popolo ha sopportato per l’Europa e dobbiamo onorarlo non solo con le parole, ma anche con i fatti: con la volontà politica di garantire scambi commerciali più facili e con un processo di adesione il più rapido possibile. Con fondi per il vostro popolo, con aiuti per la ricostruzione, con l’addestramento delle vostre truppe. Con equipaggiamenti militari e sistemi di difesa di cui avete bisogno per vincere», ha ricordato la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. Zelensky è intervenuto dapprima al PE e poi al Consiglio europeo. Il presidente ucraino, al vertice UE, ha ringraziato i Ventisette per il sostegno fin qui ricevuto, sottolineando però che «abbiamo bisogno di artiglieria, munizioni, carri armati moderni, missili a lungo raggio, aerei da combattimento moderni». Poi nella conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha osservato che «ci sono segnali positivi con riferimento alle armi, mi sembra che ci siamo capiti e voglio davvero che questi segnali si trasformino in voci concrete». Delle capacità militari, pur non entrando nei particolari dell’incontro, Zelensky ha anche riferito di avere parlato ieri sera a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La versione di Mosca, intanto, secondo quanto affermato dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, è che la fornitura di armi da parte dell’Occidente all’Ucraina non cambierà «l’esito di questo conflitto», né «la traiettoria che il nostro paese sta seguendo in termini di raggiungimento degli obiettivi fissati nell’operazione speciale».