di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Domani, 10 febbraio, è il Giorno del Ricordo, ricorrenza istituita nel 2004 per commemorare la persecuzione subita dagli italiani in Istria, a Fiume, in Dalmazia e per onorare i nostri connazionali uccisi nelle foibe. L’Ugl, come ogni anno, anche questa volta parteciperà alle rievocazioni con un presidio a Piazza Dalmazia a Roma, il luogo che nella Capitale rappresenta il simbolo dell’esodo giuliano-dalmata. È necessario continuare ad insistere sul ricordo del dramma dell’esodo e delle foibe. Non solo per un doveroso atto di omaggio verso gli esuli e le vittime, ma anche perché non possiamo ancora considerare definitivamente archiviata l’odiosa stagione del negazionismo perpetuato nei confronti di questa tragedia nazionale, da alcuni per motivi politici ed ideologici, da altri per calcoli diplomatici e presunte “ragioni di Stato”. Dobbiamo continuare a tenere alta la guardia. La nostra comunità ha portato avanti per decenni la battaglia per la verità storica contribuendo con la propria azione all’istituzione del Giorno del Ricordo. Un evento reso possibile da due fattori: da un lato il costante impegno di quanti hanno insistito, nonostante continui boicottaggi, per far venire alla luce i fatti, dall’altro il cambiamento degli equilibri politici, in Italia con l’ingresso a pieno titolo della destra nelle istituzioni, nel mondo con il definitivo crollo del comunismo. Ancora oggi però, a quasi vent’anni dall’istituzione di questa giornata di commemorazione, c’è ancora chi nega, chi minimizza, chi irride, chi cerca giustificazioni per i carnefici ed inventa colpe per le vittime, uccise – sottolineiamolo ancora una volta – solo perché italiane. Ci auguriamo che queste voci stonate siano sempre più esigue e giustamente ghettizzate e che domani il ricordo sia unanime e sentito come dovrebbe essere in una comunità nazionale degna di questo nome, al di là delle appartenenze politiche e sociali. Ad esempio, sarebbe significativo se nella kermesse sanremese, da anni evento quasi più politico che canoro organizzato dalla Rai, emittente pubblica, domani, fra i tanti “sermoni” a volte anche inopportuni, si trovasse il modo di inserire, cosa invece certamente opportuna, un momento di riflessione sul Giorno del Ricordo, solennità civile della Repubblica. Interrogato sulla questione, il direttore artistico Amadeus è stato piuttosto evasivo: «Ci sono tante ricorrenze nella settimane del Festival, noi non possiamo fare tanti momenti di ricordo, su questo tema vedremo cosa fare nella giornata di domani». Ma questa, lo sappiamo bene, non è certo una ricorrenza fra le tante per noi italiani. Staremo a vedere. Ad ognuno, nel proprio ambito, le proprie scelte e le proprie conseguenti responsabilità. Dal canto nostro, diamo come sempre appuntamento a Piazza Dalmazia, per onorare degnamente il Giorno del Ricordo.