In Siria sono quasi 300 mila gli sfollati

Oltre 11 mila vittime il bilancio odierno del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria nelle prime ore di lunedì, ma secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il numero dei morti potrebbe salire fino a 20 mila. I feriti sono invece più di 37 mila. Oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ammesso i rallentamenti dei soccorsi. «Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade – ha spiegato –, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile. Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse. Lo Stato sta facendo il suo lavoro». In Siria, dove le vittime confermate, nello specifico, risultano essere più di duemila, sono quasi 300 mila le persone costrette ad abbandonare le case a seguito del violento sisma. Ma come riportato, tra gli altri, dal Guardian, il numero dovrebbe riflettere solo le aree sotto il controllo del governo, non quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del paese, più vicino all’epicentro. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha fatto sapere che gli aiuti umanitari a cui Stati Uniti e alleati stanno lavorando, destinati alla popolazione siriana, «non andranno al regime» di Bashar al-Assad, contro il quale Washington ha imposto una serie di sanzioni. A tale proposito, però, la Cina, attraverso la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha richiesto agli Stati Uniti di «mettere da parte l’ossessione geopolitica» e «revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe».