di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

La cabina di regia sul Pnrr, svoltasi ieri a Palazzo Chigi, in merito al nuovo capitolo da inserire nel Pnrr ovvero il RepowerEU, il Piano europeo per fronteggiare le difficoltà del mercato energetico globale, è un ulteriore tassello verso uno dei più ambiziosi obiettivi del governo Meloni e cioè la realizzazione di una vera e propria sovranità energetica per il nostro Paese, il cosiddetto “Piano Mattei”, attraverso una diversificazione delle forniture in vista di una totale eliminazione del gas russo, per far diventare l’Italia hub energetico del Mediterraneo per tutta l’Europa. Aggiungendo a tale ambizioso obiettivo la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, sarebbe amplificata la valenza, sia per l’Italia sia per il Sud, del Piano Mattei. In tal senso, strategico, in primis per il Sud, è anche il rapporto di cooperazione con i Paesi africani. L’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi parlano di un impegno, anche in termini di strumenti finanziari e di politica industriale che saranno utilizzati per sostenere la realizzazione dell’intero piano, senza precedenti. Come senza precedenti è l’occasione rappresentata dal Pnrr.
Tuttavia, ad oggi, secondo la recente indagine Inapp sulla qualità del lavoro, il 71% degli occupati nel Mezzogiorno dichiara di svolgere attività prevalentemente ripetitive, mentre il 28% percepisce a rischio la propria salute nei luoghi di lavoro. Una fotografia preoccupante che deve far riflettere sia alla luce del dibattito sull’autonomia differenziata sia alla luce dell’ambizioso “Piano Mattei”. Il Sud è pronto a ricevere tutte le opportunità che si stanno presentando e a vincere la scommessa? Dipende. L’Autonomia differenziata presuppone almeno due aspetti non irrilevanti: una assunzione di responsabilità da parte delle classi dirigenti del Meridione e, allo stesso tempo, un piano straordinario di investimenti volti a ridurre il gap Nord-Sud. Un nodo quest’ultimo che va affrontato subito, proprio perché diversi dati rivelano quanto il Mezzogiorno abbia una rilevanza strategica centrale sotto il profilo industriale e in diversi settori, come quello farmaceutico, automobilistico, alimentare ed energetico. Competenze e potenzialità, settori e imprese, ai quali se ne possono e se ne debbono aggiungere altri, che devono intercettare e sfruttare adeguatamente l’occasione rappresentata dalle risorse stanziate dal Pnrr, opportunità storica, al fine di favorire lo sviluppo infrastrutturale, l’innovazione e migliorare la qualità del lavoro nel Sud e di riflesso in tutta Italia, che soltanto così potrebbe tornare a crescere in maniera solida. Una piattaforma industriale sulla quale è necessario investire per accompagnare il processo verso la transizione energetica e digitale e incentivare l’occupazione. A tutela anche, e non è aspetto secondario, della coesione nazionale.