Calo più marcato delle attese. A gennaio indice PMI ancora in zona contrazione

La locomotiva d’Europa arranca: a dicembre, secondo le ultime rilevazioni dell’ufficio federale di statistica (Destatis), la produzione industriale tedesca ha registrato una brusca frenata, riportando un calo del 3,1%, contro il -0,7% previsto dagli analisti e il +0,4% del mese precedente. Anche su base annua si è registrata una flessione: del 3,9%, che ha portato il consuntivo dell’intero 2022 ad un calo di sei decimi. Osservando il settore manifatturiero in senso stretto, dalle ultime rilevazioni di S&P Global emerge come il PMI della Germania sia il più basso tra i Paesi monitorati, ponendosi, con i 47.3 punti di gennaio, alle spalle non solo dei partner più importanti, come Italia, Francia e Spagna, ma anche di Grecia, Austria, Irlanda e Paesi Bassi. A pesare sull’andamento del settore, spiega S&P Global, è la componente relativa ai nuovi ordini ricevuti dai produttori tedeschi, influenzata negativamente dagli alti livelli di stock della clientela, dai prezzi elevati e dalla reticenza agli investimenti. Nonostante ciò, dall’analisi emerge un miglioramento delle prospettive per l’anno in corso, grazie al rallentamento dei costi degli input, come a quello dell’inflazione in generale, e ad un’attenuazione delle pressioni sulla catena di approvvigionamento. Per quanto riguarda l’economia nel complesso, gli ultimi dati sulla crescita mostrano un calo del Prodotto Interno Lordo dello 0,2% nel quarto trimestre sul precedente (dal +0,4% registrato tra il secondo ed il terzo trimestre) un aumento dello 0,5% su base annua (contro il +1,2% del trimestre precedente e il +0,8% delle attese).