«Lo sciopero della fame è un diritto, ma è certo che non può essere questo a scardinare il 41-bis»

«È nostro dovere assicurargli le migliori condizioni di salute ed eventualmente trasferirlo in una clinica qualora degenerassero». Così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, commentando, a margine di una visita al carcere di Perugia, la situazione di Alfredo Cospito, l’anarchico, condannato all’ergastolo, che da oltre 100 giorni ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la decisione di recluderlo al 41-bis. «È monitorato e quindi l’erogazione sanitaria c’è ed è costante. Con un costante monitoraggio delle sue condizioni di salute», ha aggiunto Delmastro, assicurando che il governo «non arretrerà mai» sul 41-bis – un concetto espresso anche dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in più occasioni –, nonostante la protesta di Cospito. Una protesta legittima, ha puntualizzato il sottosegretario: «Lo sciopero della fame è un diritto del detenuto per rilanciare delle sue richieste, ma è certo che non può essere questo a scardinare un sistema ereditato da Falcone e Borsellino per contrastare la criminalità organizzata».
A difesa del 41-bis s’è espresso anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ricordandone le finalità – «Il regime del 41 bis deriva dagli anni delle stragi di mafia contro Falcone e Borsellino per isolare coloro che non devono dare messaggi» all’esterno della prigione (esattamente come nel caso dell’anarchico che, hanno ricordato gli inquirenti, invitava i militanti della galassia anarchica a «vivere la rivoluzione subito, con violenza, senza compromessi») – e osservando che andare «muro contro muro non serve all’Italia, alla Giustizia, a Cospito e a nessuno». Un invito, dunque, ad allentare la tensione, ad abbassare i toni che hanno caratterizzato il dibattito politico e pubblico degli ultimi giorni. «Le persone che incontro mi parlano di stipendi e di mutui aumentati. Non ho trovato nessuno che mi abbia chiesto del caso Cospito, giornalisticamente ci sta. Spero che si sia arrivati alla fine. La polemica deve terminare da ambo le parti», ha concluso Salvini, intervistato da Radio Capital.