Lo rende noto Palazzo Chigi, sottolineando la gravità dell’evento

«Pur nella gravità dell’accaduto, in Italia nessuna Istituzione o azienda primaria che opera in settori critici per la sicurezza nazionale è stata colpita». Lo riferisce in una nota Palazzo Chigi, al termine della riunione di questa mattina, all’indomani dell’attacco hacker «verificatosi su scala mondiale», la paternità del quale non andrebbe ricercata in uno «Stato ostile».
«Nel corso delle prime attività ricognitive compiute da ACN-Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, unitamente alla Polizia Postale, non sono emerse evidenze che riconducano ad aggressione da parte di un soggetto statale o assimilabile a uno Stato ostile; è invece probabile l’azione di criminali informatici, che richiedono il pagamento di un “riscatto”», aggiunge infatti Palazzo Chigi. L’attacco di ieri non è un episodio isolato, purtroppo: gli attacchi hacker sono sempre più frequenti. I dati raccolti dalla Polizia Postale aiutano a delineare meglio il quadro generale: al 27 dicembre 2022, gli attacchi rilevati sono stati pari a 12.947: più del doppio dei 5.334 dell’anno prima. Le persone indagate ammontano a 334 rispetto alle 187 del 2021. Gli alert diramati l’anno scorso sono stati 113.226: più di 300 al giorno. Tra le cause, spiegano diversi analisti in molte analisi sul fenomeno, la crescita della superficie “esposta” dovuta al lavoro ibrido, ma anche le crescenti tensioni geopolitiche internazionali, che sfociano poi in uno scontro tra Paesi, anche online.