di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Stamattina, a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia in Italia, un colloquio fra Giancarlo Giorgetti, il nostro ministro dell’Economia, e Laurence Boone, agli Affari Europei nell’Esecutivo francese. Un incontro definito “cordiale e fruttuoso” per fare il punto su questioni economiche particolarmente importanti, dalla risposta europea al piano americano contro l’inflazione, l’Ira, allo stato degli strumenti per la crescita, come Sure e NextGeneretionEu, fino al tema, spinoso, degli aiuti di Stato di cui si discuterà al prossimo vertice Ecofin. L’obiettivo comune dichiarato è quello della crescita economica del Vecchio continente nel suo complesso, ma la situazione non è affatto semplice di fronte a un contesto internazionale che potrebbe spingere a una concorrenza interna tra gli Stati Membri come già avvenuto in passato. Nell’incontro i due ministri hanno concordato sulla necessità di «riformare la governance europea e non frammentare il mercato interno in vista delle nuove regole sugli aiuti di Stato» e l’auspicio è che si possa trovare una visione condivisa per sostenere le imprese europee «senza rischiare di indebolire il mercato unico» come affermato recentemente anche dal Premier in occasione dell’incontro con Charles Michel, quando Giorgia Meloni ha parlato anche della necessità di trovare «il coraggio di realizzare strumenti come un fondo sovrano europeo». Forse l’incontro di oggi permetterà di compiere qualche passo in avanti, rafforzando la cooperazione con uno degli Stati membri più influenti della Ue, nell’ambito anche del Trattato del Quirinale. I segnali sembrerebbero positivi, dopo le controversie delle settimane scorse sulla questione Ong. Adesso bisogna trovare una formula per cooperare, sui temi sociali, come le migrazioni, e su quelli economici. Nel contesto della crescita debole dell’Eurozona, a fronte di una politica monetaria restrittiva come quella perseguita dalla Bce, in modo preoccupante per gli effetti su imprese e famiglie, la strada obbligata consiste nell’intervento tramite politiche economiche e industriali robuste per innescare una spirale positiva di sviluppo, mobilitando risorse per sostenere l’innovazione e i progetti industriali strategici. In questa prospettiva, è prioritaria la realizzazione del Green Industrial Plan presentato dalla Commissione europea, che prevede la dotazione di fondi Ue entro l’estate. Uno strumento indispensabile per rilanciare l’occupazione e dare una risposta strutturale alla sfida rappresentata dai processi di transizione in ambito energetico e tecnologico. Servono politiche industriali non solo nazionali, ma anche europee, coordinate ed adeguate al contesto difficile nel quale viviamo, utili ad affrontare le crisi in modo positivo, per crescere insieme e dare anche nuovo valore e significato all’idea di Europa.