Il Cdm ha approvato ieri il disegno di legge sull’Autonomia, adesso atteso da un iter lungo e tortuoso, che richiederà tempo, anche se il ministro Calderoli punta a chiudere entro 12-13 mesi

«Puntiamo a costruire un’Italia più unita, più forte e più coesa». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato il via libera del Consiglio dei ministri di ieri al disegno di legge sull’Autonomia differenziata, una riforma che, insieme al presidenzialismo, rientra tra i punti cardini dell’agenda governativa. Quello compiuto ieri è solo un passo, il primo, di un percorso che sarà lungo e tortuoso, sebbene il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli, punti a realizzare la riforma «entro 12-13 mesi». Adesso il testo passerà all’esame della Conferenza unificata, che dovrà esprimersi sulla legge di attuazione. Salvo sorprese – la Conferenza potrebbe decidere di intervenire, costringendo il governo a rivedere il testo per poi riapprovarlo nuovamente e nuovamente inviarlo alla Conferenza –, l’ok potrebbe arrivare nell’arco di tre settimane e poi toccherà al Parlamento, dove l’iter sarà scandito dalle consuete tappe. In parallelo, inizieranno i lavori della Cabina di regia, che entro il 2023 dovrà stabilire i Lep, i livelli essenziali di prestazione, il punto sul quale c’è maggiore attrito tra maggioranza e opposizione. Per ogni Lep dovrà essere approvato un Dpcm, che passerà poi in Parlamento. A seguire le Regioni potranno inviare al Cdm la loro proposta di intesa per raggiungere un accordo, che sarà poi esaminato dalla Conferenza unificata, dalla Camera e dal Senato. Dopo l’ok delle Aule, sarà Palazzo Chigi, infine, a siglare l’intesa definitiva, che verrà approvata dalla singola Regione, per poi tornare in Cdm. Qui avrà finalmente luogo l’approvazione definitiva con disegno di legge. «Grazie ai suggerimenti di tutti i ministri è stato raggiunto un equilibrio complessivo non solo di natura politica ma anche geografica. Abbiamo un treno che è l’Italia e se rallenta un vagone, rallenta tutto il treno e con l’Autonomia avremo un treno ad alta velocità», ha detto invece Calderoli, a margine del Cdm. Ai dubbi espressi da alcuni governatori, che temono un ulteriore allargamento del divario tra Nord e Sud, che attanaglia il Paese da sempre, ha replicato il ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati: «Autonomia significa oggi una migliore allocazione delle risorse, così che tutte le Regioni possono esprimere le loro potenzialità. Ci sarà arricchimento e non depauperamento. Oggi è una giornata importante per l’Italia. Oggi le Regioni e l’Italia hanno acquisito un punto in più».