Caso Cospito, rischio trappola per il Governo. Milleproroghe rischia di andare in stallo: i dem hanno annunciato oggi che non parteciperanno agli incontri della Commissione di Palazzo Madama

Dopo, ieri sera, l’intervento via telefono del premier in diretta a Stasera Italia su Rete 4, sul caso Cospito ecco altre minacce: «A Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito», questo il testo della chiamata anonima arrivata martedì 31 gennaio alla portineria de “Il Resto del Carlino” di Bologna. Ieri, sempre al Carlino, è arrivata anche una lettera contro il premier Giorgia Meloni, il ministro della Difesa Guido Crosetto e contro la politica del Governo sull’Ucraina. Non dovrebbero esserci ormai dubbi sul fatto che «qui c’è della gente che sfida apertamente lo Stato italiano dicendo che “o si fa come diciamo noi o rischiate di vedere le vostre macchine messe a fuoco” e tutto quello che avete visto in questi giorni, gente che dichiara apertamente “noi colpiremo nel caso in cui le cose non dovessero andare come diciamo noi” che chiede in cambio che l’Italia non applichi il carcere duro verso mafiosi e terroristi», ha detto ieri il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiamando a sorpresa la trasmissione anche per sottolineare un principio di realtà, da molti non considerato. Ovvero il “caso Cospito”, il rischio che egli possa morire in carcere, la polemica sul carcere duro (il 41 bis), «non sono un tema alimentato dal governo». «Noi abbiamo portato la vicenda in Cdm per capire quali fossero le condizioni di salute e chiede ai ministri competenti quale fosse la condizione di sicurezza a livello nazionale e internazionale. Questo è il lavoro che ha fatto il Governo». Ma le polemiche tra maggioranza e opposizioni non si placano e il Milleproroghe rischia di andare in stallo. Dopo le parole pronunciate alla Camera da Donzelli e dopo l’intervento di Balboni di ieri al Senato, i dem hanno annunciato oggi che non parteciperanno agli incontri della Commissione di Palazzo Madama sul Milleproroghe presieduta proprio dal senatore di FdI, almeno finché non smentirà le «gravissime insinuazioni». Balboni ha accusato il Pd di aver «aperto una breccia alla mafia» sul fronte del 41 bis con la visita a Cospito in carcere. A bruciare sono anche le parole rilasciate del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, in due interviste in cui ribadisce di non avere alcuna intenzione di dimettersi e che i contenuti della relazione del Dap su Cospito «non sono classificati, né secretati e nemmeno riservati». Al di là dei torti e delle ragioni, bisognerebbe solo ricordarsi una cosa: nel Milleproroghe ci sono misure che hanno a che fare con gli interessi degli italiani.